È tutta questione di… riconoscenza.

Penso sia interessante, e soprattutto utile, per tutti noi, visionare questa pagina con alcuni spot commentati, e concludere con questo ultimo, oltremodo geniale, secondo me.

Certo, non dimenticheremo facilmente questo 2020 e spero che la memoria coinvolta non sia quella a breve termine ma agisca quella a lungo termine, fissando con relativa precisione, se non gli eventi nella loro precisa cronologia, almeno le riflessioni personali e comuni che ogni persona avrà compiuto su di loro.

Soprattutto, mi auguro che questa esperienza sia colta dai nostri giovani come noi adulti non siamo stati in grado di fare, se non nelle dichiarazioni di intenti, ma assai poco nelle azioni concrete. Mi riferisco al rispetto dignitoso che dovremmo osservare verso la vita, in tutte le sue manifestazioni, dalle più dolorose a quelle più gratificanti.

Dico spesso che io sono stato un uomo fortunato, baciato dalla Provvidenza, per tutto quello che ho raggiunto con lo studio e l’impegno quotidiano, mentre mai sono stato legato alla materia, se non in misura della mera sopravvivenza. Ed ho incontrato persone che mi hanno sempre sostenuto nella realizzazione dei sogni, ricordando che mio padre mi ripeteva costantemente di non abbandonarli mai, nemmeno nei momenti più critici.

E così, lentamente, giorno dopo giorno, ho maturato la convinzione che siamo qui, in questo mondo, così gratuitamente da dover ringraziare coloro che ci hanno preceduto, e di cui non conosciamo il volto, consapevoli che nulla di ciò che accade è frutto della nostra reale volontà di potenza.

L’unica volontà di cui siamo i padroni è la consapevolezza della dipendenza. Una dipendenza dall’altro, dal peggiore quanto dal migliore degli esseri umani, per cui dovremmo procedere in punta di piedi di fronte a qualsiasi evento del mondo, anche quando crediamo di poter modificare le cose in meglio.

Zio Covid-19, lo spero tanto, ci sta insegnando quel sentimento del limite che la stessa virologa Ilaria Capua comunica con tanta convinzione e decisione, perché, in effetti, è questa la svolta che ci viene richiesta. Una svolta interiore, lontana da quel chiasso social che ci rende sempre più indifferenti ai miracoli delle nostre esistenze, e che mistifica il ruolo di custodi di questo mondo.

Ecco, queste sono le riflessioni che ho voluto condividere, dopo aver visto questi spot pubblicitari.

Mi hanno giovato, perché tutti parlano di noi, in vario modo e misura.

Noi, senza megalomania.

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