È tutta questione di… vacuità.

Partiamo dalla lettura di questo interessante articolo, per produrre qualche riflessione ulteriore.

La prima considerazione è relativamente amara.

Mi riferisco all’idea che noi elettori abbiamo del ruolo politico-sociale e culturale delle elezioni, tanto a livello nazionale quanto regionale e provinciale. Altra cosa, penso, siano invece le elezioni locali, quelle comunali. Insomma, nel caso di quelle nazionali, tutti noi crediamo di dare il voto ad un programma, ad un insieme di idee progettuali e futuribili nelle quali ci riconosciamo. Pensiamo, almeno coloro che si recano alle urne in buona fede e non sono diventati ancora i clienti della politica, che la nostra scelta abbia un peso sulle decisioni esistenziali che i rappresentanti politici prenderanno nelle sedi opportune, e al posto nostro.

No, in realtà non è quasi mai così, se non nella mera comunicazione elettorale, che è, nella migliore delle ipotesi, una fandonia ad uso e consumo dell’ego del candidato. Quando in passato, io stesso ho creduto alla bontà della politica, del fare politica convintamente e a livello europeo, ho dovuto ricredermi, appunto amaramente. Quasi nulla di buono, ma, forse, tutto il peggio possibile della natura umana: egoismo, personalismo, desiderio sfrenato di potere, menefreghismo, affari personali e clientelari. Ecco, questa è la sintesi della politica, almeno quella che caratterizza gli ultimi decenni di questo nostro mondo. Eh sì… penso che questa realtà, sia mondiale, ancorché noi italiani si sappia, ovviamente, eccellere, per una serie di ragioni storiche. E non ultima, fra queste, quella che ci vede eredi del Sacro Romano Impero.

Un’ultima considerazione, sempre rispetto all’articolo citato e alla situazione politica nella quale ci troviamo, riguarda la credibilità politica, che si rivela, sempre più, come un mero gioco di potere per realizzare la propria individuale sopravvivenza in parlamento. E, in fondo, ognuno di noi, anche nel proprio ambiente di lavoro pensa alla propria sopravvivenza, non calcolando quanto essa dipenda da quella altrui.

Dunque, in sostanza, abbiamo a che fare con un vero e proprio vuoto politico, all’interno del quale gli attuali rappresentanti politici, destrasinistra e centro, sono espressioni di ulteriore vacuità. Qualsiasi individuo relativamente onesto intellettualmente, e ancora presente in questa nostra nazione, può solo sperare in una apocalisse politica accelerata da queste assenze personali.

Andare ad elezioni oggi, significa mandare in parlamento le peggiori disgrazie umane che affliggono la nostra nazione.

Occupare, oggi, quegli scranni significa essere sfigati in malafede, prepotenti del nulla, senza nessuna credibilità e dignità.

Come sto dicendo spesso: non ci resta che un altro sistema solare.

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