È tutta questione di… volontà.

Karl Raimund Popper sostiene che esistono due modi completamente diversi di imparare.

Il primo è come un’avventura, perché significa imparare qualcosa di nuovo; il secondo consiste nello sforzarsi di portare al di sotto della coscienza quanto si è imparato. Nel condurre la propria automobile si impara a dimenticare ciò che si è appreso, mentre si pone attenzione alla strada, e così si è attenti solo alla strada, mentre tutto il resto avviene automaticamente. Al pianoforte, all’inizio è terribilmente difficile coordinare le dita con le note che si stanno imparando a leggere, perchè si tratta di incamerare qualcosa di nuovo. In seguito (molto in seguito…), quando tale novità sarà appresa, il/la giovane pianista cercherà di dedicarsi solo alla cosa più importante: l’idea del compositore.

Esistono, dunque, due stadi assolutamente diversi dell’apprendimento.

Il primo è, appunto, l’avventura di imparare qualcosa di nuovo, come accade al ricercatore, lo scopritore; l’altro è l’imparare a memoria: via… tutto nell’inconscio!

Alcune teorie di Psicologia dell’apprendimento considerano, purtroppo, questa seconda e relativamente importante forma di apprendimento come l’unica: apprendere attraverso la ripetizione.

In realtà, la ripetizione giuoca il ruolo, nel processo di scoperta, di fornire all’inconscio l’occasione, durante la scoperta, di essere utilizzata come sostegno alla novità che emerge nella ricerca. Non serve a nulla imparare a memoria per dimenticare, a meno che questa dimenticanza, come nel caso della conduzione di una automobile, non favorisca l’esercizio di altre abilità.

La ripetizione è utile quando noi automatizziamo qualcosa, perché non ci pesi troppo, nel senso che non dobbiamo più dirigervi nessuna attenzione. Ecco perché esiste un’immensa differenza tra l’apprendere attraverso il tentativo e l’errore, che è sempre un’avventura, e l’imparare solo attraverso la ripetizione.

Ora, proprio sulla base di queste considerazioni, mi chiedo per qualche motivo in alcuni periodi storici la nostra umanità sembra perdere lo stimolo ad apprendere per avventura e si rifugia in atteggiamenti che assicurano una ripetizione automatica di convinzioni finite in memoria.

Penso, dal mio punto di vista, che questa sia una delle sfide più significative che il mondo contemporaneo stia proponendo a tutti noi: nessuno escluso, tanto ai cosiddetti potenti del mondo quanto a coloro che continuano ad essere sottomessi.

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