22Apr 24
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Il 2024, secondo i principali previsori internazionali (Commissione Ue, Bce, Fmi e Ocse, potrebbe essere un anno caratterizzato ancora da una bassa crescita sia per l’Unione Europea che per l’Italia, riportandoci alla situazione immediatamente precedente la pandemia di Covid. I nostri concorrenti principali, cioè Stati Uniti e Cina, procedono a una velocità molto superiore alla nostra. «Fare impresa in Europa, in Italia, è più difficile che fare impresa altrove e alla fine questo è il problema di fondo della bassa crescita», spiega Mattia Adani, Ceo di Cbc – Cad Oil, nell’ultima puntata di «Wall & Street Live». L’elemento sorprendente di […]
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16Mag 23
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Pubblichiamo un contributo di Mara Rinner, ex manager d’azienda e oggi consulente di sviluppo del business di organizzazione aziendale. Da qualche anno ha deciso di occuparsi in particolar modo di imprenditoria femminile, di gender equality and diversity management nelle organizzazioni. «Sulla disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro è intervenuta, nel corso del periodo 2010 – 2020, l’Unione Europea, mettendo in campo una serie di strategie. Le tendenze sono incoraggianti anche se davanti a noi c’è ancora molta strada da fare. Per il quinquennio 2020 – 2025 l’Unione Europea si è posta una serie di obiettivi riguardo l’eguaglianza di genere, […]
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10Mag 23
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Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, il 56% degli italiani è favorevole alla fornitura di armi all’Ucraina, una quota in leggero calo rispetto al 57% registrato la scorsa estate. A livello europeo, i favorevoli a questa misura sono il 65% del totale, con picchi intorno al 90% tra gli intervistati in Svezia, Polonia, Lituania, Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia. Solo in Bulgaria, Grecia e Slovacchia la maggioranza degli intervistati è contraria. Dunque, gli italiani sono tra i meno convinti in Europa della necessità di appoggiare militarmente Zelensky. Per comprendere meglio questo stato di cose abbiamo chiesto all’esperto di comunicazione Fabrizio Amadori di […]
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30Mar 23
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Volevo ribadire un concetto. Da semplice cittadino. Il Pnrr, che consta di 68,9 miliardi di euro a fondo perduto e di 122,6 miliardi di prestiti, non è ciò che pensiamo che sia. Non è uno strumento finanziario per stimolare la crescita del Paese dopo la pandemia. Il suo impatto aggregato sul Pil 2021-2026 è del 3,2% ai valori dell’inflazione di due anni fa. Quindi, zero o poco più. Il suo valore è simbolico: testimonia che l’Unione europea si fida a tal punto dell’Italia da affidarle 191,5 miliardi di euro. Il che è una buona pubblicità sul mercato internazionale del debito […]
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21Feb 23
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«L’industria italiana ha risposto bene alle sfide della crisi e nel 2022 è stata la migliore in Europa perché la struttura basata sulle pmi reagisce rapidamente alle sollecitazioni. Abbiamo superato la crisi generata dalla guerra in Ucraina che ha causato un aumento dei prezzi delle delle materie prime, che nel settore di nostra competenza – oli e lubrificanti – è stato del 200-300%. Ora i prezzi stanno ritracciando e la tempesta è finita ma ne sta iniziando un’altra: i prezzi più alti impongono la necessità di finanziare maggiormente il circolante e si ha più capitale impregnato a costi più elevati. […]
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30Dic 22
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Pubblichiamo un’ampia anticipazione di un libro in corso di pubblicazione sulla guerra russo-ucraina, scritto da Fabrizio Amadori, esperto di comunicazione e di questioni geopolitiche. «Mentre la Russia continuava ad attaccare l’Ucraina, dall’altra parte del mondo la situazione si infiammava. Xi Jinping aveva ribadito al XX Congresso che la Cina avrebbe fatto tutto il necessario per riprendersi Taiwan. Sembrava del tutto indifferente al punto di vista dell’Occidente. Per lui, il modello liberaldemocratico non rappresentava affatto il punto più alto della cultura politica, anzi. Tanto è vero che per il giornalista francese Billeter, citato da Sergio Romano sul «Corriere della Sera», esisteva […]
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25Nov 22
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La Cop27, l’accordo Onu per il contrasto al cambiamento climatico, si è riunita quest’anno a Sharm-el-Sheikh, in Egitto. I partecipanti hanno raggiunto un punto di convergenza sul cosiddetto «loss and damage», ossia l’istituzione di un fondo con il quale i Paesi più sviluppati (ma in teoria anche quelli in via di sviluppo) dovrebbero risarcire “perdite e danni” causati da eventi climatici estremi nei Paesi poveri (che sono anche quelli meno inquinanti). La Cop27 del 2022 ha infine confermato la validità dei patti sottoscritti negli anni scorsi. Secondo alcuni osservatori, si sarebbero potuti raggiungere obiettivi più ambiziosi in termini di riduzione delle […]
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04Nov 22
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«La sostenibilità per le imprese non è più una scelta, ma una strada obbligata. Senza una reale transizione ecologica, accompagnata dalla semplificazione burocratica, da tempi sostenibili e dalle giuste misure fiscali, sono a rischio nel nostro paese 1,6 milioni di imprese che danno lavoro a 5,6 milioni di occupati». Lo dice Maurizio Gardini, presidente Confcooperative commentando il focus Censis Confcooperative “Sostenibilità, investire oggi per crescere domani” presentato nel corso della Seconda Edizione della Giornata della Sostenibilità organizzata da Confcooperative. «Le nostre cooperative nel solo 2021 – dice Gardini – hanno investito 1,2 miliardi di euro in sostenibilità (fonte Centro Studi […]
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21Lug 22
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Ecco a voi i criteri il cui rispetto è necessario per accedere al Tpi, lo scudo anti-spread della Bce: 1. Rispetto del quadro di bilancio dell’UE: i Paesi non devono essere soggetti a una procedura per deficit eccessivo o devono aver intrapreso azioni efficaci in risposta alle raccomandazioni del Consiglio dell’UE 2. assenza di gravi squilibri macroeconomici; 3. la sostenibilità di bilancio (valutata sulla base delle analisi della Commissione Europea, Mes, Fondo Monetario Internazionale e altre istituzioni, oltre all’analisi interna della Bce) 4. politiche macroeconomiche sane e sostenibili, con il rispetto degli impegni presentati nei PNRR. Sulle condizioni iniziali disastrose […]
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22Apr 22
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Pubblichiamo una nuova analisi dell’esperto di comunicazione Fabrizio Amadori sulla guerra tra Russia e Ucraina. «Oggi si vedono soprattutto due potenze darsi da fare per sostenere l’Ucraina. Una sono gli Stati Uniti e l’altra è il Regno Unito. Entrambe tali potenze hanno fornito armi di difesa a Kiev e sono pronte a spingersi oltre, a fornire anche armi di offesa, con buona pace di chi sostiene che dato che l’Ucraina è destinata a perdere tanto vale che lo faccia subito così da evitare ulteriori, inutilissimi spargimenti di sangue, anche se a dettare le condizioni di pace fossero gli invasori […]
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