È tutta questione di… igiene.

Partiamo da questa notizia, utile a me come pre-testo, nel suo significato etimologico, per ragionare, in generale, sul titolo di questo mio nuovo articolo.

Nelle trasformazioni esistenziali che caratterizzano la sopravvivenza umana, quelle che hanno una evidente dimensione pubblica rappresentano certamente un’ occasione di riflessione. In altri termini, coloro che sbandierano contenuti etico-sociali di un certo peso, all’interno di una comunità umana, dovrebbero quanto meno possedere una serie di ulteriori sentimenti etici che fanno comunque appello tutti alla propria memoria. La memoria, una delle abilità cognitive della nostra coscienza, è, in effetti, un vero e proprio patrimonio personale e collettivo, grazie al quale riusciamo a mantenere un legame significativo con il nostro passato. Essa ci fornisce sicurezza, e ci permette la progettazione del futuro. Insomma, senza memoria la nostra capacità cognitiva è profondamente compromessa.

Bene, se le cose stanno in questi termini, dal punto di vista scientifico, è chiaro che il trasformismo politico, esistenziale e determinante la sopravvivenza del politico di turno, molto meno della popolazione, è frutto di azioni coscienti e non di difficoltà cognitive. Se cosi fosse, avremmo parlamentari in visita neurologica e psichiatrica quasi tutti i giorni.

Quindi, carissimi tutti, ho la sensazione che le cose in questo mondo non andranno affatto per il meglio, se non riusciremo a recuperare quella minima responsabilità verso il mistero che invece stiamo confondendo per ignoto.

Mi spiego meglio.

Il mistero del cosmo lo si avverte, e non lo si può spiegare. L’ignoto del cosmo lo si affronta con il progresso scientifico e lo si può spiegare in parte, nella speranza che in futuro la conoscenza ci aiuti a comprendere noi stessi e il cosmo stesso. Se ci affidiamo solo all’ignoto, inteso come attesa di conoscenza ulteriore, la nostra megalomania umana andrà a scapito dell’eticità. Non credo che i sentimenti legati ai diritti umani e alla dignità umana siano il frutto dell’Illuminismo, al quale attribuisco i limiti che appartengono a tutte le cose umane.

Ecco perché, secondo me, l’assenza di eticità umana, quando ci riferiamo ai concetti di dignità e diritti antropologicamente e biologicamente determinati, deriva dal nostro progressivo allontanamento dal mistero.

“Il senso di questo nostro mondo” – come ci ricorda Ludwig Wittgenstein – “è fuori da questo mondo”. E questo significato trascendente dà forza e senso alla nostra memoria, sia come cittadini che come politici.

Senza di esso, siamo destinati a fallire.

E, allo stato attuale di quello che accade in questo mondo, ho l’impressione che la specie abbia intrapreso una direzione auto-abortiva.

A me rimane il Mistero e so che il trasformismo è un limite umano, specialmente quando si basa, come nel caso dei nostri eventi politici, sulla percezione abnorme che si ha del proprio potere terreno.

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