Fin dall’inizio…
Il comportamento di attaccamento è quella forma di comportamento che si manifesta in una persona che consegue o mantiene una prossimità nei confronti di un’altra persona, chiaramente identificata, ritenuta in grado di affrontare il mondo e le situazioni della vita in modo adeguato.
L’attaccamento è un legame universale che tende a formarsi in tutti i cuccioli della nostra specie per garantirne la sopravvivenza; è specifico, formandosi soltanto nei confronti di alcune persone, ed è selettivo, perché si attiva soltanto in determinate circostanze in cui il bambino si sente in pericolo e quindi cerca protezione nella figura di attaccamento.
Il più grande sostenitore e studioso di questa teoria è stato sicuramente John Bowlby, considerato uno tra i più grandi psicoanalisti del XX secolo.
Egli sostiene che «l’attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba», intendendo anche, con questo, che le relazioni sentimentali si sviluppano, se sane, secondo un percorso che è allo stesso tempo biologico e sociale, secondo un itinerario che evolve per tappe imprescindibili e necessarie, ciascuna con un suo potenziale che contribuisce al buon adattamento dell’individuo al suo ambiente sociale e fisico.
Il rapporto madre-bambino può essere considerato il prototipo del legame di coppia, non soltanto per le sue caratteristiche generali, ma anche, come del resto già evidenziato da Sigmund Freud, per quelle individuali. Come accade in altre specie animali (per esempio, nelle oche e nei macachi), dopo aver ricevuto, nella primissima infanzia, l’imprinting della figura materna o di chi la sostituisce nell’accudimento, e con cui si instaura un legame affettivo speciale, si cercherà per il resto della vita quella figura. Quali che siano state le forme di accudimento di cui è stata capace la figura genitoriale di riferimento, la si cercherà per ricevere conforto.
Sofisticati meccanismi cognitivi, dei quali siamo inconsapevoli, risultato della qualità di quella prima relazione, faranno poi sì che, da adulte, le persone con quelle stesse caratteristiche, o comunque con un modo simile di rapportarsi a noi, siano attivamente scelte al fine di costruire i nostri legami di coppia; questi, quindi, saranno per lo più simili a quelli sui quali siamo stati «improntati».
In altri termini, da adulti, si tende a instaurare legami che somigliano, nella loro struttura, a quelli di cui si sia fatta esperienza da piccoli. E, forse, se fossimo più consapevoli di questo processo, sebbene resti sempre una teoria interpretativa dello sviluppo umano, potremmo meglio riflettere sulla funzione che svolgono i genitori (e dunque ogni forma di genitorialità) nella nostra vita.