È tutta questione di… prospettiva.

Una fra le caratteristiche fondamentali del funzionamento cerebrale è l’assoluto coinvolgimento di miliardi di cellule, organizzate in popolazioni di neuroni, che mettono in atto comportamenti specifici per il raggiungimento di altrettanti scopi. Una caratteristica che è però costantemente in relazione con la specificità di altre cellule neuronali, sia vicine che lontane.

Quando parliamo di cervello umano, ma non solo umano, immaginiamoci di essere di fronte a un puzzle dove ogni singola tessera, seppure diversa nella sua forma e dunque specifica, si incastri perfettamente con quella accanto, andando a formare l’immagine che tale puzzle finale vuole rappresentare.

Ogni tessera, proprio in virtù della sua particolare forma, si può incastrare solo se situata nella giusta posizione rispetto alle tessere vicine, e da questa posizione e funzione dipenderà anche la posizione e funzione delle altre tessere. La forma delle singole tessere può essere interessante, per una serie infinita di motivi, legati, per esempio, al contorno oppure ai colori che contiene, ma l’aspetto più entusiasmante è il fatto che la sua esistenza acquista significato solo quando contribuisce a dare forma all’intero puzzle.

In sostanza, le regole che definiscono il funzionamento individuale di ogni singola tessera (che sono nel nostro caso i singoli neuroni) si determinano, nel nostro cervello, in funzione di un risultato finale unitario, unico e generale. Queste regole personali attuate dai singoli neuroni costituiscono l’insieme del funzionamento autonomo della cellula, la quale è però costantemente in relazione con le cellule vicine, dalle quali dipende la sua stessa autonomia.

Il termine autonomia significa etimologicamente il potere di darsi una legge, e assume diversi significati in base al contesto e al periodo ai quali si riferisce. Per esempio, nelle scienze giuridiche talvolta indica la qualità di qualcosa, o qualcuno, che è dotato di propria vitalità, di per sé. Evidenzia ossia la sua indipendenza, la sua libertà, la non ingerenza altrui, rispetto alla sfera delle proprie attività, sia come persona singola sia come collettività. In ottica filosofico-esistenziale, con questo termine si può anche indicare una relazione, un rapporto fra persone, all’interno del quale si vuole evidenziare una posizione di maggiore o minore dipendenza dell’uno verso l’altro, oppure gli altri.

In altre parole ancora, e dopo la precisione appena proposta del termine autonomia, la vita singola di ogni cellula neuronale è espressione di un bisogno fisiologico di stare in relazione costante con le altre cellule, e non solo cellule neuronali. Si pensi, continuando negli esempi, all’importanza esistenziale ed essenziale che svolgono in questo processo vitale le cellule del sangue, che forniscono quell’energia necessaria ai neuroni per esistere, e che si chiama glucosio, lo zucchero che consente il funzionamento cerebrale.

Se queste cellule non portassero costantemente questa sostanza, assieme all’ossigeno, il nostro cervello non potrebbe lavorare e, infatti, quando il cervello entra in stato di anossia vuol dire che è in assenza di ossigeno.

Ecco, non pensate che dovremmo ricordarci più spesso dell’importanza esistenziale di questi processi nella valutazione di come questo mondo sembra funzionare?

Penso di .

Tag: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,