Obesi mentali
È tutta questione di… stupidità.
Un sintomo importante che possiamo riscontrare del funzionamento sano della nostra mente è la capacità e volontà di svilupparsi in altezza, tralasciando lo sviluppo in larghezza.
La maturità, una conquista lenta nel corso della nostra evoluzione personale, è in effetti il risultato della capacità di affinare la conoscenza di se stessi, nel tentativo di andare nel profondo della propria identità, ossia cercando di conoscersi al di là delle nostre stesse manifestazioni.
Scoprire il nostro inferno significa procedere ad inferas, ossia in un viaggio verso la parte più nascosta di noi, ciò che per Carl Gustav Jung, ad esempio, costituisce un archetipo dell’umanità: l’ombra.
Procedere in questa direzione, ossia nella direzione dell’altezza, significa così incontrare il non detto dell’ombra e il non saputo del Cielo, utilizzando l’azione della riflessione verso se stessi e della riflessione al di sopra di se stessi. In questo caso, ma solo in questo caso, l’uomo è davvero al centro del mondo, ossia è il termine di riferimento per la conoscenza del mondo, la sua teorizzazione e la scoperta del proprio ruolo in questa vita.
Allora possiamo legittimamente parlare di antropocentrismo, all’interno del quale il concetto di uomo è il costante e continuo riferimento di tutte le nostre valutazioni esistenziali, appunto rivolte all’interno di noi stessi, oppure all’esterno, ma verso l’alto. Non è un caso che il termine latino altus, dal quale deriva quello italiano di «alto», significhi contemporaneamente alto e profondo. La differenza consiste nella direzione che la nostra mente prende nel suo viaggio verso la conoscenza di se stessa.
Se la direzione non è verticale, non rimane altro che perseguire quella orizzontale, ossia quella che conduce il nostro io a debordare da se stesso, espandendosi negli ambienti e territori circostanti, ossia scontrandosi e incontrandosi con gli individui e le cose che sono accanto a noi.
E lentamente, se adottiamo questa strategia mentale, senza rendercene conto diventiamo obesi mentalmente, come se la nostra mente equivalesse a quei corpi che con avidità mangiano qualsiasi cosa capiti loro sottomano, credendo che per capire le cose le si debba anche possedere, e meglio se persino digerire, ossia assimilarle completamente dentro di noi.
Mi sembra chiaro che sto facendo riferimento al periodo storico in cui si trova il mondo, tanto occidentale quanto orientale, ammesso che abbia ancora un senso dividere il mondo in questo modo, e non sia più utile, anche alla luce del mio ragionamento, pensare invece in altezza, individuando il Nord e il Sud del mondo.