È tutta questione di… realismo.

Come non mi sono gabellato come virologo, non mi travestirò da esperto di geo-strategia, oppure da politologo. Posso, però, e con un atteggiamento di umiltà cognitiva, esporre una serie di considerazioni, partendo proprio dal titolo che ho voluto dare a queste riflessioni.

Dopo qualsiasi conflitto, il dopo rappresenta un momento importante, perché è quello legato alla ricostruzione. Una ricostruzione tutt’altro che solo materiale, rispetto alle macerie prodotte sui campi di battaglia, ma sostanzialmente di immagine e basata su elementi di credibilità internazionale.

È evidente a tutti noi che, nel caso della Russia, la credibilità non è certo legata alla sua popolazione, ma ai suoi leader politici, oltre che all’attuale Zar Vladimir Putin, che potranno o meno distanziarsi dall’aggressore evidente.

Non mi interessa prendere le parti di qualcuno, in questa situazione, perché, come antropologo, prendo sempre le parti della vita, dell’evoluzione che sa produrre una sana coscienza del limite. Per questi motivi, penso anche che la Nato sia ben lontana dall’essere garanzia di pluralismo e che rispetti l’autodeterminazione delle nazioni.

In sostanza, auspico, grazie ai miei studi e alle scoperte scientifiche, il discreto e relativamente normale funzionamento della corteccia frontale e prefrontale del nostro cervello. E questa sezione del nostro cervello funziona in base ai collegamenti neuronali che si creano, durante i periodi sensibili e critici della nostra evoluzione cerebrale, grazie alla quantità e alla continuità degli insegnamenti e gli esempi ricevuti.

Senza insegnamenti la nostra esistenza è disumana, e questa formazione richiede una certa vigilanza della coscienza, frutto, appunto, della riflessione e del ragionamento.

Ecco perché sarà probabile, interpretando le diverse fasi dell’evoluzione umana che, se sopravviveremo a tutto questo e in qualche modo, assisteremo ad un reale rinnovamento politico di questa resuscitante URSS, specialmente a livello politico, altrimenti addio ad una possibile e futura credibilità russa. Un rinnovamento che dovrebbe includere anche la Nato, lanciando una serie di messaggi importanti, come la richiesta di varie fuoriuscite da parte degli attuali membri.

Saranno forse i popoli: russo, europeo e statunitense a determinare questo miglioramento, oppure dovremo attendere i leader politici di entrambe le geografie?

In sincerità, ritengo che confermiamo di essere un’umanità dalla dura cervice, e, a volte, troppo prevedibile nella sua insipienza… anche se molti di noi sperano nell’imprevedibilità.

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