Nel 2019
È tutta questione di… libertà.
Penso non sia necessario chiedere chissà cosa a questo nuovo anno, come se tutto dipendesse da ciò che speriamo accada.
A dire il vero, credo che sia venuto il tempo, storico ed attuale, di riflettere su ciò che abbiamo smesso da tempo di chiedere a noi stessi, alle nostre famiglie, ai nostri figli e studenti. Qualche mese fa, durante le solite chiacchierate con una cara amica e collega, docente di Lingua italiana, presso una scuola superiore toscana, ho avuto occasione di ragione su ciò che abbiamo definito la pedagogia del no.
Fin dalla scuola elementare, si sente lamentare dalle maestre l’impossibilità di negare ai giovani scolari una serie di cose, perché molti psicologi, assieme ai genitori di questi pargoli, affermano che i bambini non sono nelle condizioni di tollerare la frustrazione derivante da un no. E così, giorno dopo giorno, stiamo crescendo persone che credono si possa aver ragione sempre, perché, comunque, quasi sempre la ragione viene loro concessa. E questa è una delle molteplici cause per cui ci ritroviamo, volutamente e semi-coscientemente, all’interno di una società menefreghista, opportunista, cangiante, incoerente rispetto alle più elementari regole del vivere civile. Cresciamo così ragazze e ragazze inetti, incapaci di reagire positivamente anche quando loro stessi hanno commesso qualche errore, accettando di essere fallibili come tutte le persone ragionevolmente lo sono.
Cosa augurare dunque a tutti noi?
Beh, l’augurio che mi faccio, e che estendo a voi, anche con questo video, è quello di non chiedere nulla al futuro, se non di imparare, come i nostri vecchi un tempo ci insegnarono con perizia, a guardare il Cielo, la Natura, le cose meravigliose di questo nostro paradiso terrestre, e di ammirarle nel silenzio della nostra riflessione. Quando si ammira il mondo in questo modo, tutte le differenze, di cultura, religione, pensieri ed atteggiamenti, acquistano un sapore diverso: tutto diventa più commestibile e digeribile, perché si acquista la consapevolezza di trovarci qui, in questa vita, come ospiti a tempo, come fossimo tutti assunti con un contratto di collaborazione continuativa, secondo un progetto affettivo. Senza legami con ciò che è diverso da noi, anche molto lontano da noi, la nostra mente non ha occasioni concrete di crescita, di evoluzione.
Certo, non parlo di accettazione acritica e irrispettosa di tutto, perché ho appena scritto quanto sia importante imparare fin da piccoli la funzione di un “no” paterno, quello che è imposto senza nemmeno una spiegazione, ma per il semplice esercizio della autorità paterna. Una autorità che mi auspico sia certo non gratuita, ma consapevole, decisa e voluta secondo un’idea educativa di grande respiro.
Esistono regole di vita, regole di aspettative del futuro e regole di comprensione del passato, perché tutto in questo mondo è posto al vaglio della propria mente o almeno è auspicabile che lo sia. E noi tutti, come esseri umani, siamo ciò che riusciamo a pensare e fare sotto forma di norma, perché le nostre consuetudini diventano l’ancora della nostra salvezza futura, e possiamo mutarle quando ci rendiamo conto che è necessario rivedere le antiche posizioni a favore di un miglioramento generale.
Ecco quindi cosa auguro a tutti voi e a me stesso per primo: di avere il tempo necessario, tutto quello possibile, per riflettere… prima di scrivere un tweet, un post, di aprire bocca. E per riflettere, esiste un metodo infallibile: ascoltare chi la pensa in modo diverso da noi, tacendo le proprie verità.
In un mio libro, Diversamente uguali. Noi, gli altri, il mondo, scrivo che la verità non è mai un giudizio.
La verità è sempre un incontro.