È tutta questione di… consapevolezza.

La cultura è l’insieme di valori, credenze, conoscenze, linguaggi, norme, comportamenti e oggetti materiali che vengono condivisi all’interno di un gruppo, e trasmessi socialmente da una generazione all’altra.

Essa opera attraverso le quotidiane interazioni individuali, mediante norme organizzative che ritroviamo nelle scuole, negli uffici e in altri gruppi; oppure grazie a strumenti diffusi in tutta la società, come possono essere i media oppure la stessa comunicazione religiosa.

In una locuzione possiamo affermare che la cultura è un modo di esistere.

Per comprendere meglio la sua natura pervasiva possiamo fare qualche esempio.

Ognuno di noi sa quando deve essere formale e gentile, probabilmente con i rappresentanti delle istituzioni, e quando invece può rilassarsi ed essere informale, con gli amici intimi e la famiglia.

Quando parliamo con una persona che stiamo conoscendo, il doverla guardare mentre le parliamo è un fatto culturale. La maggioranza degli italiani fissa l’interlocutore, perché, nella cultura occidentale, mirare direttamente negli occhi dell’altra persona è indice di onestà e schiettezza, mentre evitare di farlo produce la sensazione nell’altro di avere noi stessi qualcosa da nascondere. Invece, in alcuni paesi asiatici il contatto diretto degli occhi è molto spesso considerato sgarbato e impertinente, mentre distogliere lo sguardo è indice di deferenza e rispetto.

Con questi due esempi, è facile comprendere come il concetto di cultura ci aiuti a interagire in un mondo come il nostro, costituito da diversità esistenziali, e ci consente così di valutare più oggettivamente le nostre credenze e comportamenti, i quali molto spesso sono invece considerati naturali.

In effetti, la cultura non è affatto naturale e non possiede una propria base biologica, a meno che non la si concepisca come frutto esclusivo e diretto della biologia umana. La cultura deve essere trasmessa e va appresa durante il processo definito di inculturazione.

Poiché le persone devono riprodurre la cultura per garantirne la sopravvivenza, è però assai probabile che la modifichino adottando nuovi valori, credenze e comportamenti, abbandonando quelli più antichi o spesso definiti tradizionali.

Questo processo di evoluzione culturale può generare conflitti, specialmente laddove alcune persone scelgano di attenersi a valori e modi di vita più tradizionali, mentre altre abbraccino idee e comportamenti nuovi.

Di conseguenza i conflitti culturali sono relativamente comuni.

Gli scontri di valori, credenze e modi di vita aiutano ad alimentare questi conflitti, e contribuiscono talvolta anche a scatenare delle vere e proprie guerre.

In sintesi, possiamo quindi affermare che la cultura è un fattore intrinseco della nostra vita interpersonale e sociale e rappresenta un elemento essenziale per poter analizzare qualsiasi tipo di società umana

Penso che queste considerazioni, di natura prettamente scientifica ed accreditata accademicamente, possano aiutarci a comprendere meglio come, assai spesso, i nostri giudizi sul mondo, le cose e le persone siano tutt’altro che un fattore di autonomia cognitiva.

Non pensiamo quasi mai con la nostra testa, ma sempre con quella altrui.

Molti sostengono il contrario, e forse è questo il motivo per cui siamo ridotti, come cultura occidentale, non troppo bene.

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