La struttura
È tutta questione di… bellezza.
Con il termine struttura ci riferiamo a modelli ricorrenti di comportamento nella vita sociale. Questi modelli esistono a diversi livelli, dalle interazioni interpersonali alla economia globale.
Le strutture spaziano, quindi, da modelli estremamente informali, per esempio quando e dove ci incontriamo abitualmente con i nostri amici, a organizzazioni e istituzioni più formali, come le scuole e il Parlamento.
Gli esseri umani hanno cominciato a creare strutture per aiutarsi a raggiungere un obiettivo, ma, nello stesso tempo, le strutture intervengono nel limitare quello che le persone possono fare.
Per esempio, immaginiamo di voler formare un nuovo gruppo di cittadini, con i nostri amici, per richiedere la creazione di un nuovo asilo all’interno del comune nel quale abitiamo. Nel fondare il nuovo gruppo è necessario prendere decisioni come: quali saranno le posizioni formali della leadership (ossia quali azioni e decisioni potrà avocare a sé)? Come possono essere scelte queste due posizioni? Come diventare membri di questo gruppo per prendere le decisioni? Ebbene, le risposte a queste domande veicoleranno la struttura della nostra organizzazione.
È assai probabile che i membri di questo gruppo sperino che tale struttura possa aiutarli a funzionare con il minimo numero di problemi, e promuovere efficacemente i propri obiettivi.
Però, le regole che definiscono la struttura saranno vincolanti per il comportamento dei membri del gruppo. Quando dovessero entrare nuovi membri, troveranno tali regole come una realtà già esistente, in grado di vincolare i loro comportamenti. Potranno, quindi, scegliere di attenervisi, riproducendo quindi la struttura del gruppo, oppure cercheranno di modificarle, trasformandola di conseguenza.
La nostra vita quotidiana tende a uniformarsi ai diversi modelli di comportamento, o strutture sociali, di tipo informale. Per esempio, è possibile parlare di “struttura della famiglia”, anche se non esistono leggi organizzative che regolino il comportamento dei suoi membri. Tuttavia, esistono standard legali, norme e pratiche sociali che determinano implicitamente le regole della vita familiare.
Le strutture, esattamente in modo analogo a quanto avviene nel caso della cultura, devono essere riprodotte attraverso modelli di comportamento che si ripetono sempre uguali nel tempo, oppure possono cambiare.
La storia del mondo fornisce numerosi esempi di come le persone possono agire collettivamente per attuare modifiche della struttura sociale che ritengono importanti. Per esempio, nelle società industriali del XIX secolo, la settimana lavorativa di sei giorni era considerata normale, e gli operai lavoravano dalle undici alle dodici ore al giorno. Con l’inizio del ventesimo secolo, però, un sempre più crescente numero di persone si è unito al Movimento dei Lavoratori che invece promuoveva una giornata lavorativa di otto ore e una settimana di cinque giorni.
Si trattava di idee radicali per l’epoca.
I sindacati hanno lottato con grande difficoltà eppure con successo, per stabilire questo nuovo standard, creando in questo modo ciò che oggi noi apprezziamo moltissimo e consideriamo il fine settimana, con due giorni di pausa di lavoro.
Da questo cambiamento fondamentale nella struttura sociale del tempo deriva, ad esempio, la nostra quotidiana settimana lavorativa.
Ecco perché ragionare e discutere politicamente sui cambiamenti di struttura sociale, come sta accadendo in questo momento in Italia, è cosa importante, ancorché delicata e vincolante il futuro di un’intera vita nazionale.