È tutta questione di… natura.

Con il trascorrere del tempo, ogni individuo giunge a comprendere che la terra, e tutto ciò che essa ospita, esiste a prescindere dalla presenza dell’Homo, perché trovarci su questa terra non è assolutamente vincolante per la sua esistenza.

Sembra un concetto ovvio e accettabile per tutti, eppure non è così, altrimenti non ci sarebbero persone che si ammalano al solo pensiero di lasciare un giorno tutte le cose che hanno accumulato nella vita terrena.

Poiché le bare non possiedono tasche, non è possibile portarsi dietro, dopo morti, quello che riteniamo sia di nostra proprietà: le persone e gli oggetti che ci sono cari.

Ma perché siamo legati alle cose così come alle persone in questo modo? Perché la nostra vita è un processo evolutivo che si snoda all’insegna degli affetti, delle affezioni.

Consideriamo il cielo: esso esiste indipendentemente dalla nostra esistenza. Non gli interessa sapere se noi, che lo guardiamo dal basso, siamo alti o bassi, biondi o bruni, uomo o donna. Lui, il cielo, resterà sempre là. Questo avviene perché la natura è uno spazio terrestre che ospita l’umanità, senza tenere in conto la presenza dell’umanità stessa. A sua volta l’umanità può decidere se continuare a farsi semplicemente ospitare oppure comportarsi con essa secondo modalità distruttive. Comunque sia, la natura sembra essere lì, in attesa di essere riconosciuta amica, accogliente e coinvolgente e, come abbiamo già detto, di essere nello stesso tempo, interrogata. Noi che siamo complessi e a volte anche complicati, possiamo decidere con coscienza come considerare la natura ed il cielo.

Ad esempio, la mia idea che il cielo sia silenzioso e non finito dipende da quello che io penso di lui. Ma io posso pensare qualcosa circa il cielo quando, superata la prima impressione, stabilirò con lui anche una vera, seppur breve, relazione d’amore.

In altre parole, senza amore, tutte le cose che ci circondano non possiedono caratteristiche né qualità anche se crediamo di conoscerle. È l’amore che qualifica le cose del mondo e le persone, perché con esso attribuiamo un valore affettivo a tutto ciò che conosciamo.

Quando si vuole approfondire la conoscenza di qualche cosa, ossia fare in modo che questa conoscenza vada a modificare la propria vita quotidiana, occorre individuare il motivo per cui si sente la necessità di conoscere quella precisa cosa.

Ad esempio, come faccio a conoscere un albero se l’albero non attira la mia attenzione, perché nella mia vita non ho mai visto un albero? È impossibile, o quanto meno assai improbabile. Voglio dire che se nella mia esperienza non mi è mai capitato di occuparmi di piante, poiché non le ho mai toccate, innaffiate e dunque accudite, difficilmente potrò sviluppare un desiderio di conoscenza approfondita delle piante in genere e di quell’albero in particolare.

Sulla base delle esperienze fatte è possibile stabilire un rapporto significativo con la realtà quotidiana. Nasce in me il desiderio di conoscere più a fondo le cose e le persone che incontro, e posso provare interesse per un oggetto o per una persona in particolare.

Posso, dunque, innamorarmi, perché anche l’amore esiste davvero: nella nostra mente, il rovescio del cuore.

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