È tutta questione di… stile di vita.

Ognuno di noi crede per comprendere e comprende per credere.

Che piaccia o meno, la comprensione del mondo, di noi e delle cose che ci accadono, avviene attraverso il nostro desiderio di credere che le cose siano comprensibili. E questa credibilità dipende dalla nostra capacità di comprendere ciò che ci accade, ciò che leggiamo e ciò che accade agli altri. Ecco che le due azioni, il credere e il comprendere, diventano reciprocamente veicolantesi.

Sulla base di questa premessa neuroscientifica, posso ora proporvi la mia riflessione.

Questo blog è sempre più divertente. Ed io spesso provo un tale piacere a leggere coloro che mi attaccano, che si esprimono come fossero i nuovi Giovanna d’Arco, Giordano Bruno, etc., credendosi i paladini del prossimo andamento cognitivo mondiale, che replicare mi sembrerebbe un semplice esercizio ortografico, per cui non rispondo.

Leggo e mi diverto.

Il lockdown, giusto o sbagliato che lo si possa ritenere, viene utilizzato come espediente strumentale perché alcuni frequentatori del blog possano scrivere le proprie preoccupazioni sul futuro del mondo, e forse anche sul proprio. Anche se non è affatto scritto che il futuro del mondo ci riguardi direttamente, anzi, molto probabilmente ci riguarderà indirettamente, in ottica antropologico-evolutiva.

Ho già scritto che non credo ai complotti, proprio perché credo alla forza della Natura, che possiede molta più fantasia, meno male, di quella umana. La vita vincerà, e, sino a quando, è scritto nelle stelle e nel cosmo, indipendentemente dalle morti e dalle nascite. Tutto accade, ci insegna la storia evolutiva, secondo una dimensione temporale che non conosciamo perfettamente, e verso la quale possiamo fare solo illazioni preventive, mentre non ci rimane altro che attendere.

Solo ex post possiamo giudicare, anche se è legittimo pensare e proporre una visione ex ante.

Dunque, carissimi lettori del mio blog, non dimenticate che nessuno di voi salverà il mondo scrivendo qui, come non lo salverò io. Siamo solo e sempre nelle mani di Dio. E, per chi non ci crede: siamo solo e sempre nelle mani dell’ignoto.

Fatto sta, che nulla è nelle nostre mani se non la capacità di autodistruggerci.

Arte nella quale siamo oltremodo esperti.

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