La Spagna è il paese dei bar…che chiudono
Se pensavate all’Italia, devo, a malincuore, correggervi. È la Spagna il paese al mondo con il maggior numero di bar in proporzione al numero degli abitanti. Lo è da molto tempo. I bar spagnoli sono simili, ma non troppo a quelli italiani. Nella maggior parte dei bar spagnoli, oserei dire tutti, oltre ai prodotti di caffetteria, si può mangiare piatti freddi e caldi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Certo, non aspettatevi piatti gourmet o una sorprendente abbondanza di scelta. Però potete chiedere una pizza anche alle cinque di pomeriggio, come un panino di prosciutto, una frittata di patate e delle alici marinate alle 8 del mattino.
Questo perché in ogni bar ci sono queste benedette vetrine sul banco contenenti le tapas, che per chi ancora lo ignora, sono piatti freddi, ma anche caldi (da scaldare). Sempre pronti, sempre in bella vista. Sempre appetitosi, ben illuminati da una luce led. Ogni bar ha esposta la sua tortilla di patate, alto o bassa, fatta in padella e rifinita in forno, o cucinata solo al forno. Un classico della gastronomia spagnola e a fianco di una bela fetta alta e calda di questa frittatona (con o senza cipolla, o con chorizo o peperoni) ci sono le tapas di prosciutto Pata Negra, Iberico o Serrano. Ovviamente il Pata Negra e l’Iberico sono i più buoni e i più cari, ma anche quelli che vanno di più tra i turisti. A differenza della scarsa qualità del caffè, le tapas sono dei mini spuntini fatti con attenzione ed estro e possono avere numerosissime varianti: dal pesce alla carne, dagli insaccati alle frittate e alle verdure. Le tapas, credetemi, mettono ordine a un pranzo veloce e sono il massimo per un aperitivo.
Detto questo, ora veniamo ai dati sui bar. Purtroppo in Spagna i bar stanno chiudendo a un ritmo molto sostenuto: in otto anni, dal 2010 a settembre 2018, ne sono scomparsi 18 mila. Da sette anni consecutivi il trend negativo è inarrestabile: Se nel 2010 c’erano 184.430 bar in Spagna, oggi ce ne sono quasi il 10 per cento in meno, 18.269 locali in meno. Si tratta di un fenomeno che le associazioni bar attribuiscono non solo alla crisi economica, a quel che è stato e a quel che resta, ma anche al processo demografico: lo spopolamento dei borghi piccoli e medi rurali in Spagna è pericolosamente endemico assieme all’invecchiamento della società che ha resecato in negativo la crescita demografica da un ventennio pari a zero, incapace di compensare le morti.
Cresce, invece, il settore degli hotel e dei ristoranti che, assieme, nel 2017 è aumentato di oltre 5 mila unità con un fatturato di quasi 130 miliardi di euro, pari al 4,9 per cento in più del 2016. Tale settore, hotel e ristoranti, impiega in Spagna 1,63 milioni persone con un aumento nel 2017 (2,1 per cento).