Le immagini da Cadice in cui, a torto o a ragione, sono stati coinvolti quattro studenti italiani tra i 22 e i 29 anni, in una rissa che ha lasciato per terra, in condizioni gravissime, un loro coetaneo spagnolo, sono molto chiare. Anche se non sono complete e non mostrano ciò che è successo prima, in quel tempo in cui era più facile comprendere chi avesse innescato tutta quella violenza assurda.
Si vede chiaramente Emilio Di Puorto, 29 anni, studente napoletano di Giurisprudenza, scagliare un calcione alla testa dello spagnolo che giace a terra. Un’azione da condannare, senza alcun dubbio che mostra qualcosa che si ripete puntuale, sempre, ogni anno tra teste calde degli studenti Erasmus. Poco importa la nazionalità, la lunga movida che anima tremila chilometri di coste spagnole in estate produce innumerevoli aggressioni che la polizia non conta più. Benidorm, Lloret de Mar, Magaluf, Ibiza e Palma sono gli epicentri peggiori. Per anni inglesi e spagnoli se le sono suonate a ogni ora della notte e del giorno, pieni di alcol e di sostanze psicotrope. Poi coi tedeschi, o coi francesi. E non per forza studenti Erasmus. L’era d’oro dei voli a basso costo (low cost) che permettono a un ventunenne operaio di Manchester volare in Spagna con 40 sterline andate e ritorno (la cifra che spenderebbe in una serata in un pub) ha aperto un corridoio aereo molto trafficato da maggio a ottobre. Migliaia di ventenni ogni hanno raddoppiano la presenza di turisti sulle spiagge di Barcellona e Ibiza. Riempiono discoteche dove un ingresso costa tra gli 80 e i 120 euro, solo per una notte. Non dormono negli hotel, costano troppo, si accasciano in spiaggia in attesa di raggiungere l’aeroporto e partire. Ed è questo un turismo che non piace, un mordi e fuggi che non lascia ricchezza nelle città spagnole. Inoltre, molto spesso porta comportamenti cattivi, maleducati, da miserabili, violenti. E a volte non è nemmeno colpa di alcol e droga. Quattro studenti spagnoli in un bar di Cadice, in Andalusia, bollente meridione iberico dove vive la terza o quarta generazione di immigrati ispano-arabo-africani. Basta uno spintone non voluto, uno sguardo di troppo, una risatina o un approccio alla ragazza sbagliata e volano subito i tavoli. È successo, succede e succederà: due ragazzi studenti italiani negli ultimi cinque anni hanno trovato la morte, ma anche molti spagnoli, inglesi e tedeschi. Ricordiamo Niccolò da Scandicci potato a morte da quattro ucraini in una discoteca di Lloret de Mar, o Federica, la studentessa veneta, violentata e uccisa da un sudamericano impasticcato, sempre a Lloret de Mar. È un’altra violenza, certo, una violenza di genere, non legata agli scontri tra studenti o turisti ma convente in quel tipo di società deviata. mov
Le risse tra  ragazzi stranieri e spagnoli succedono e la polizia spagnola, molto spesso se ne frega, quando dovrebbe ripulire i luoghi del turismo giovanile da venditori abusivi di alcol e birra e, soprattutto, dagli spacciatori che ormai svendono dosi di cocaina e metanfetamine. Bravo è stato il giudice spagnolo che con pazienza ha ricostruito la vicenda di Cadice, scagionando i tre italiani perché non direttamente responsabili dell’aggressione. Diversa, invece, è stata giudicata la posizione di Di Puorto che dovrà attendere il giudizio della giusticia spagnola che è sufficientemente severa riguardo a questo tipo di aggressioni. Dipenderà molto dallo stato di salute del ragazzo colpito con il calcione: nei primi minuti dell’aggressione le sue condizioni erano apparse disperate, penzolavano arti e testa come se non ci fosse più vita in lui, e col rischio di avergli recato danno muovendogli troppo collo e testa. In ospedale si è ripreso, ma è stato indotto coma farmaceutico e dopo due giorni  si è saputo che non era più  in pericolo di vita. La patada brutal,  come hanno battezzato gli autori quel calcione, ha acceso anche sui Social  e nel Web tanto odio e rancore. Da giorni gli spagnoli chiedono ai gestori dei locali della movida, da Madrid a Barcellona a Malaga fino alle isole di impedire  l’ingresso agli studenti italiani, perché sono teste calde sempre  in cerca di guai. “Non fate entrare los macarones italianos nelle discoteche, ci provano con le nostre donne e sono arroganti”. Scrivono nei vari commenti alla notizia. E l’odio cresce, fermenta e si espande nell’ignoranza più totale- Allora noi italiani avremmo dovuto ostracizzare inglesi e tedeschi e americani che ci portarono al nazismo e ci bombardarono? Lasciamo perdere. Sappiamo bene che ora per calmare le acque e cancellare quella tremenda immagine della rissa e del calcione, avremo bisogno di vedere Di Puorto assieme ai suoi tre amici chiedere scusa e stringere le mani ai loro coetanei spagnoli che si scusano a loro volta. Perdonare è la più grande vendetta.

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