I socialisti spagnoli riaprono a Iglesias, ma il tempo è finito
Ha lasciato passare ottanta giorni dalle elezioni legislative senza rilasciare una sola parola sui negoziati con l’alleato Podemos che ha voluto tenerlo sempre fuori dall’esecutivo, chiedendo soltanto un appoggio esterno del movimento, ma senza concedere ministeri. Poi, dopo una netta rottura con Iglesias, Pedro Sánchez, premiato da 15 milioni di voti a fine aprile, in questo fin settimana ha parlato di una nuova possibilità di alleanza con Podemos.
In pratica, dopo un tira e molla che dura da metà maggio e un netto stop a trattare con gli ex Indignados, Sánchez prova a riannodare la fiducia con Iglesias che fino all’ultimo si è mostrato disponibile. La squadra di negoziatori del leader del PSOE, guidata dal vicepresidente, Carmen Calvo, si è impegnata molto nel corso del fine settimana a cercare il sostegno dei 42 deputati decisivi di Podemos. Fonti di entrambi i gruppi hanno insistito sul fatto che le cose stessero andando bene, ma a mezzanotte di domenica i negoziatori hanno sospeso i contatti senza un accordo e sono stati convocati per riprenderli lunedì mattina presto. I Socialisti vogliono chiudere un patto prima dell’investitura completa, che inizia oggi alle 12.00. Entrambi i gruppi hanno espresso pubblicamente messaggi positivi e tutti sembrano essere molto chiari sul fatto che dopo il ritiro di Pablo Iglesias, leader di Podemos, l’accordo è quasi un obbligo prima di giovedì, quando si tiene il secondo e il voto finale, ma la negoziazione è molto complessa e c’è pochissimo tempo.