Juan Carlos I, il vecchio leone dei Borbon, dovrà operarsi al cuore
Juan Carlos Alfonso Víctor María de Borbón y Borbón-Dos Sicilias, in parole plebee, l’ex Re di Spagna, classe 1938 (è nato a Roma), sabato prossimo dovrà affrontare un’operazione a cuore aperto. L’intervento chirurgico è stato programmato dopo la sua ultima visita medica annuale. Juan Carlos, 81 anni, ha regnato per 38 anni, dal 1975 al giugno del 2014. , e il due giugno scorso si è ritirato anche dalla vita pubblica, vale a dire cinque anni dopo l’annuncio della sua abdicazione. L’anziano benemerito re che ha fatto innamorare della Corona dei Borbon anche chi in Spagna non è monarchico, ma si sente juancarlista, negli ultimi anni ha avuto seri problemi alle ossa, più che al corazón. Nel 2010, all’apice della crisi economica in Spagna, con sei milioni di disoccupati, negozi che chiudevano e aziende che licenziavano o fallivano, il re si scese un viaggio safari da 50 mila euro con tanto di cadavere di elefante. Fu ricoperto di ogni critica e minaccia da ambientalisti e no, anche perché Juan Carlos, all’epoca era presidente onorario del WWF Spagna. Oltre alle critiche, si produsse una rottura del femore ruzzolando giù dalla Jeep. L’operazione che en seguì non ebbe un esito positivo per errore del chirurgo (probabilmente era un antimonarchico) e si dovette sottoporre ai ferri altre due volte, sviluppando un’infezione e rimanendo praticamente zoppo.
Ora deve dare una sistemata alle arterie, forse un po’ troppo ingolfate per l’età da chorizo e vino tinto. Non è stata specificata la gravità dell’intervento, ma data l’età, la Spagna rimane in una doverosa apprensione.
Come scrivevo anche chi in Spagna odia i monarchici e la morchia, ritenendolo vetusta e superate, ha sempre conservato una parola di profondo rispetto per Juan Carlos I di cui il nostro Sandro Pertini era intimamente molto amico.
Juan Carlos I ha attraversato gran parte della storia della Spagna, guidandola (non da solo) fuori dal Franchismo, aiutandola nei momenti già oscuri della Transizione, quando qualche militare si permetteva di varcare la sua sacra del Parlamento parando contro l’emiciclo, per rivendicare, in stile reazionario, la dittatura miliare. JCI si è sempre comportato come un monarca illuminato dalla democrazia e dalla Costituzione spagnola. Se Queen Betty II, infatti, come tutti i Windsor, mai ha voluto una Carta per il suo regno di Gran Bretagna, la Spagna pur essendo una monarchia, l’ha adottata, dando al re, bene o male, gli stessi poteri che ha il nostro presidente Mattarella. Molti non sanno che Re di Spagna è una carica istituzionale che deve rappresentare all’estero il suo Paese. Infatti, se in Spagna deve tenere salda l’unità del Paese, all’estero soprattuto opera come un ambasciatore speciale per promuovere la cultura iberica in tutte le sue forme e anche nel procacciare affari e comesse, dalla costruzione di autostrade, alle dighe alla metropolitana alla ferrovia (come ha fatto in Marocco, amico di Re Mohammed I che gli firmato l’esclusiva per la costruzione dell’alta velocità). Anche se Juan Carlos era un abile procacciatore di affari soprattutto per l’industria bellica spagnola che ha venduto armi in tutta l’Africa e il Sud America, molto spesso grazie a lui che finì anche, anni fa, in uno scandaletto con tangenti, mai approfondito dalla giustizia spagnola e tutto insabbiato, un po’ come il caso Nos che ha mandato in gabbia l’ex marito di sua figlia Cristina (l’Infanta) e ha scagionato la figlie e lui stesso. I sudditi spagnoli versano ogni anno alla Casa Reale dei Borbon, un assegno da trenta milioni di euro: questi soldi sono un obolo democraticamente diviso tra re, e regina ed ex re ed ex regina e le Infanti, ma soprattutto sono soldi per mantenere il Palacio Real, la Zarzuela, sedi della Corona e altri immobili accessibili al pubblico. Nel Regno Unito l’obolo supera i 100 milioni di sterline. Si, sa che a Londra la vita è cara. E dato che Juan Carlos I che, ha anche una solida fama di puttaniere e donnaiolo (corteggiò anche la nostra Raffa nazionale), mi ha sempre fatto molta simpatia (l’ho incontrato due tre-volte e mi ha parlato in un perfetto italiano), gli dedico una preghiera affinché vada tutto bene e continui con serenità i suoi anni di pensione.