L’incognita dei Comunisti catalani nella formazione del Governo spagnolo
A otto giorni dalle ultime elezioni dello scorso 10 novembre, e a una settimana del caloroso abbraccio tra i due leader politici, Pedro Sánchez, segretario generale del PSOE e Pablo Iglesias, presidente di Unidos Podemos, che ha sancito un prezioso pre-accordo, la Spagna naviga ancora in mare alto per arrivare entro la fine dell’anno alla formazione di un esecutivo, progressista di centro-sinistra con l’appoggio degli ex Indignati.
E benché con ripetizione elettorale si sia fatto un significativo passo avanti rispetto ad aprile, quando i due partiti della sinistra non si accordarono su nulla, a oggi permangono numerosi ostacoli per arrivare al lancio della XI legislatura.
Il 10 novembre sia i Socialisti che Podemos, hanno perso preziosi seggirispetto a sei mesi prima e questo aggiunge difficoltà per Sánchez e Iglesias cui non basta coalizzarsi, ma hanno bisogno del sostegno di alcuni partiti nazionalisti e regionalisti, come i Baschi, i Galiziani e i Cantabrici, con la benedizione della Sinistra Repubblicana Catalana (ERC) che deve assolutamente astenersi durante le operazioni di voto per l’investitura a premier del numero uno dei Socialisti. Serviranno “sì” e astensioni. La votazione dovrebbe avvenire prima del Natale, ma tutto dipenderà dall’esito e dalla lunghezza delle trattative.
Tutte le attenzioni del PSOE ora si concentrano sui catalani di ERC. Questo storico partito catalano, oggi posizionato nel fronte indipendentista, sarà l’asso nella manica per Pedro Sánchez. ERC conta 13 seggi e ha una sua posizione favorevole al Governo nascente. E, ancora una volta, la Catalogna ha una posizione determinante per arrivare a un nuovo esecutivo di minoranza tra PSOE e UP. E la strada appare, ancora una volta, in salitaperché il partito di Oriol Junqueras – ex presidente di partito ed ex governatore della Catalogna condannato a tredici anni di prigione dopo dal Tribunale Supremo – è un osso duro che acconsentirà, soltanto dietro ad alcune irremovibili concessioni. Oltre alla riapertura del dialogo sul processo verso l’indipendenza della Catalogna, la esquerra catalana potrebbe chiedere un accordo sui nove politici e attivisti catalani condannati lo scorso ottobre: una riduzione della pena o, addirittura, una sospensione della pena se non una grazia. Al momento non si sa se in tale accordo entrerà la questione dei leader indipendentisti in carcere, ma è una realtà che si dovrà affrontare prima o poi.
Le trattative fra i Socialisti ed ERC saranno piuttosto lunghe e dure. Pablo Iglesias, prossimo vicepremier, ha annunciato che non interverrà né interferirà nelle trattative tra PSOE e i Comunisti catalani.