Addio a Italo Moretti che ci raccontò il Sudamerica
Prendo un momento per ricordare il collega Italo Moretti, scomparso pochi giorni fa, inviato per la Rai nel Cile del golpe di Pinochet e nella Madrid del post Franchismo. Fu anche direttore del Tg3.
È morto a 86 anni, lo scorso 9 gennaio Italo Moretti, giornalista televisivo che per molti ani si è occupato di questioni iberiche e ispaniche per la Rai. Ha viaggio per molti anni per tutto il Sudamerica: nel settembre del 1973 fu tra i primi giornalisti ad arrivare a Santiago per raccontare il colpo di stato di Pinochet che era in atto. Divenne uno dei massimi esperti di Cile e Arentina raccontando dal video a milioni di italiani che con succedeva nel Cono Sur, continente abitato da oltre 50 milioni di discendenti da famiglie italiane. Italo Moretti si occupò anche della penisola iberica, raccontando sempre in video dal 1976 la Spagna e il Portogallo.
Nel suo lavoro da giornalista in video raccontò i primi anni della Transizione spagnola dalla fine della dittatura, la morte di Francisco Franco alla democrazia e la Costituzione. Inviato e corrispondente da Madrid e anche da Lisbona, fu anche conduttore del Tg2 e direttore del Tg3.
Oltre all’attività di giornalista tv, Moretti scrisse diversi saggi e libri, tra cui ricordo In Sudamerica: Trent’anni di storie latinoamericane dalle dittature degli anni Settanta al difficile cammino verso la democrazia, L’argentina non vuole più piangere e I figli di Plaza de Mayo, tutti editi da Sperling & Kupfer.
Italo Moretti era nato nel 1933 a Giulianova, in Abruzzo. La sua carriera giornalistica iniziò a Perugia, a diciassette anni, collaborando con le redazioni locali di quotidiani nazionali. Nel 1966 entrò nella sede umbra della Rai e nello stesso anno fu chiamato a a Roma per un posto di radiocronista del Giornale Radio. Nel 1968 ebbe inizio la sua esperienza appassionata in America Latina. Moretti viaggio in Cile, Argentina, Uruguay, raccontando con le sue radiocronache le complesse vicende politiche e l’alternarsi dei periodi democratici ai regimi militari e golpisti di quei paesi. Nel 1976, passò alla redazione del TG2 per volontà di Andrea Barbato, in seguito alla riforma della RaiI del 1975. Al TG2 continuò a dedicarsi alle complesse realtà del Sudamerica e alle vicende politiche di Portogallo e Spagna, alternando l’esperienza di inviato speciale con la conduzione della edizione principale del telegiornale.