Le sardine di Barcellona, unite ma senza un’idea originale
Il movimento non ancora diventato partito politico delle “Sardine” che, dallo scorso autunno sta riempiendo alcune piazze del Nord e Centro Italia, soprattutto quelle di Roma, Bologna, Parma e Modena, creatosi come risposta al populismo di destra della Lega di Matteo Salvini, dopo una fugace apparizione a dicembre a Madrid, presso la statua dell’orso a Plaza del Sol, domenica 19 gennaio si è riunito a Barcellona.
Le “6000 sardine Barcellona” si sono incontrate, dopo un tam-tam su Facebook e Twitter, a Plaça del Rei, a un passo dalla Rambla, come una sezione distaccata delle sardine italiane. Secondo gli organizzatori erano in cinquecento domenica mattina, per un evento dai risvolti culturali, nello stesso giorno in cui il movimento delle sardine è tornato in piazza in Italia con una grande manifestazione a Bologna.
La sera di domenica stessa a Bologna era in programma un grande concerto preceduto da una manifestazione, in vista delle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio. Elezioni che potrebbero riportare la destra al governo della regione per la prima volta in oltre settant’anni.
Nella città di Gaudì, invece, alla manifestazione sono stati invitati alcuni movimenti come l’Unidat contra el Feixisme i Racisme (UCFR), Mediterranea Bcn, Fridays for the future, Asamblea Chile Despertó Barcelona, che ha partecipato esibendosi con il flash-mob “Un violador en tu camino” in riferimento al collettivo femminista cileno Las Tesis. In pratica, hanno concentrato tutti i movimenti di sinistra, reperibili al momento, dalle femministe alle ONG, tutti a favore dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Piero Pesce, cantautore calabrese da molti anni a Barcellona, ha accompagnato con la chitarra i vari interventi intonando alcune canzoni tra cui anche, la ormai famosa canzone dei partigiani italiani, eletta come canzone della generazione di sinistra, Bella Ciao che l’ha riscoperta e rilanciata, quasi fino alla nausea.
Durante la manifestazione si è fatto un po’ di book crossing, (scambio di libri), mentre si celebrava la “Sardine a colazione”, una raccolta di sardine in scatola, caffè, latte, zucchero e biscotti da devolvere in beneficenza all’Hospital de Campanya, il progetto di accoglienza delle persone senza fissa dimora che ha sede nella chiesa di S. Anna vicino a Plaça Catalunya.
Nato a metà novembre in Italia, il “movimento delle sardine” non è la prima volta che arriva in Europa, Come detto, lo scorso 12 dicembre, a Madrid e in altre città europee, le Sardine hanno organizzato diverse manifestazioni per incontrarsi e discutere, non direttamente sulla situazione politica italiana, ma su quella del paese in cui vivono.
Uno degli slogan che ha accompagnato la manifestazione, già usato a Madrid a dicembre è stato ancora “Somos mas que voxotros”, siamo più di voi altri. Uno slogan che attacca Vox, il partito di estrema destra spagnolo, e che punta ad attirare l’attenzione gli spagnoli in queste manifestazioni contro il populismo di destra, disinformazione e la politica aggressiva e razzista.
Ma la vera domanda è? Cui prodest? A chi giova il movimento delle Sardine? Il suo portavoce ufficiale, il giovane educatore bolognese Mattia Santori, bello come un attore e modesto come un parroco di campagna, afferma con certezza che mai il movimento diventerà strumento politico. Si limiterà, quindi, a essere soltanto un movimento di protesta, che avvisa, consiglio e suggerisce chi votare? In Italia come in Spagna? In Francia come in Germania?