Sánchez ottiene una mezza vittoria: solo due settimane di proroga
Il Presidente del Consiglio spagnolo Pedro Sánchez è riuscito a far votare la quinta proroga allo stato d’allarme a seguito dell’epidemia del Covid-19. Lui avrebbe voluto un mese, ma ha ottenuto solo la metà. Ora la Spagna allenterà le costrizioni ai cittadini ed entrerà nella fase 3 soltanto il prossimo 7 giugno.
L’intenzione primaria del leader socialista era di chiedere al Congresso un mese di proroga, ma consultandosi coni gli alleati, avrebbe rischiato per la tenuta del suo Governo di maggioranza.
L’approvazione non era scontata, per la crescente ostilità dei partiti della destra e delle autonomie, cui si erano uniti gi alleati di Governo catalani di Erc (la Sinistra Repubblicana Catalana), verso il governo Sánchez. Secondo la Costituzione, la richiesta al Congresso di un periodo di stato d’allarme davanti ad eventi eccezionali, deve essere sempre votata dai deputati.
Alla fine il governo di coalizione PSOE-UP è riuscito a ottenere la maggioranza (177 sì e 162 no) grazie a un accordo con Ciudadanos. Il partito, che da qualche mese è guidato da Inés Arrimadas, sta cercando di spostarsi al centro dopo il periodo di leadership di Albert Rivera, durante il quale si era spostato a destra con l’approccio molto duro verso l’indipendentismo catalano.
Da questa votazione si è evidenziato un nuovo equilibrio tra gli alleati di Sánchez. Come accennato i catalani di Erc, guidati da Oriol Junqueras (ancora detenuto in carcere), che a gennaio 2020 aveva permesso la nascita del Governo Sánchez bis, ha votato nuovamente contro la proroga, come era accaduto già a inizio maggio per la quarta proroga di due settimane.
Il Partido Popular che inizialmente (a marzo e aprile) aveva dimostrato responsabilità appoggiando lo stato di allarme, ed astenendosi alla quarta proroga, ha votato contro stavolta, alzando il livello di scontro.
A dare più pensieri al premier spagnolo, poi, ci si è messo anche Pablo Iglesias, leader di Unidad Podemos, che, poche ore dopo la votazione, si sono confrontati col patto siglato tra Eh Bildu, il partito nazionalista di sinistra basco. L’accordo con Eh Bildu, benché garantisca un piccolo, ma utile serbatoio di voti per Sánchez, resta sula carta poco chiaro.
Pablo Iglesias sospetta che nel patto tra Socialisti ed Eh Bildu, ci si sia accordati per l’abrogazione totale della riforma del lavoro del 2012 votata dal Governo di destra di Mariano Rajoy. Una probabilità che il Psoe ha completamente smentito, dicendo che c’è la volontà di rivedere soltanto alcuni passi della riforma.
Ad accompagnare le discussioni piuttosto tese tra Psoe e UP, si affianca anche la protesta verso il Governo che è in atto da una settimana in alcuni quartieri di con famiglie benestanti di Madrid, appoggiate da Vox, il partito di estrema destra di Santiago Abascal.