Sono passati quindici anni da quel 30 giugno del 2005, quando il Parlamento di Spagna approvò una legge che legalizzava i matrimoni tra due persone dello stesso sesso. Il Governo di José Luis Rodríguez Zapatero, socialista e progressista dovette modificare una cinquantina di articoli del Codice Civile per rendere valido il matrimonio ugualitario.

Dal 3 luglio del 2005 il matrimonio fra persone dello stesso sesso è legge. La Spagna è stata tra le prime nazioni occidentali a riconoscere il matrimonio gay. L’avevano preceduto soltanto Belgio e Paesi Bassi.
Così come accadde durante la Seconda Repubblica, quando la Spagna introdusse il diritto di voto alle donne, Madrid si mostrò all’avanguardia nel riconoscimento dei diritti civili.

Ricordiamo che la votazione avvenne il 30 giugno del 2005 con 187 voti a favore (su 284 deputati al Congreso). Votarono a favore il PSOE, la Sinistra Unita (Izquierda Unida), il partito nazionalista catalano ERC, il Partito Nazionalista Basco (PNV) e la Coalizione Canaria, mentre votò contro il Partido Popular (PP) ed alcuni deputati di Convergencia i Uniò.

In quindici anni si sono sposate oltre 100 mila persone dello stesso sesso. “Hanno potuto raggiungere la dignità e non esser più cittadini di seconda classe”, dichiarò alla stampa Alejandro Alder, rappresentante della Federación Española de Lesbianas, Gais, Transexuales y Bisexuales (Felgtb).

Il presidente del Governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha detto oggi che i partiti politici devono lavorare “senza tregua” per il raggiungimento dell’uguaglianza reale e i diritti del collettivo LGTBI.
In quell’anno, il Partido Popular fece ricorso alla Corte Costituzionale per dichiarare incostituzionale la legge: sette anni dopo , nel 2012, la Corte diede il suo consenso alla legge con otto voti favorevoli e tre no.

È, però, un anniversario non facile né felice. Cade in un momento difficile. Per l’emergenza sanitaria del Covid-19, non ancora finita in Spagna, quest’anno tutti i festeggiamenti del Gay Pride a Madrid sono stati cancellati. E c’è il divieto in tutto il Paese a non assembrarsi per manifestare.

Inoltre, la legge che cambiò la società spagnola, a distanza di tre lustri appare imperfetta, non applicata e schiacciata da molta burocrazia. Non è semplice per una coppia gay adottare un bambino. E, con la procreazione assistita, il figlio nato non ha nessun legame e quindi diritto con la madre o il padre non biologico. Una legge nata zoppa e azzoppata poi dalle amministrazioni locali spagnole.

L’11 luglio del 2005 si celebrò a Tres Cantos (Madrid) il primo matrimonio tra persone dello stesso sesso, Emilio Menéndez e Carlos Baturín, che convivevano da più di trent’anni.La coppia ha divorziato dopo tre anni di matrimonio.