La Spagna dice “no” all’Eurofestival in protesta contro Israele
Oltre alla Spagna anche Paesi Bassi, Slovenia e Irlanda hanno annunciato il ritiro dal festival
Anche Paesi Bassi, Slovenia e Irlanda hanno confermato il loro ritiro in segno di boicottaggio alla presenza di Israele, per mostrare un chiaro rifiuto alle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, giudicate da più parti come “genocidio” verso il popolo palestinese.
Già nel corso della finale di Eurovision 2025, in Spagna aveva fatto molto discutere la comparsa di una scritta in sovrimpressione che chiedeva “pace e giustizia per la Palestina”.
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La Spagna ha sempre partecipato a Eurovision dal 1961
RTVE ha annunciato che il suo ritiro comporterà anche la mancata trasmissione in diretta televisiva della finale dell’Eurovision 2026, che si terrà a Vienna, in Austria, il 16 maggio, né delle semifinali preliminari, che si terranno il 12 e 14 maggio. La Spagna, insieme ad altri sette paesi, aveva richiesto di ritirare la partecipazione di Israele. Il presidente della RTVE, José Pablo López, ha dichiarato in un messaggio su X che “quanto accaduto all’Assemblea dell’EBU conferma che l’Eurovision non è un concorso canoro, ma un festival dominato da interessi geopolitici e frammentato”.
In Spagna il festival della canzone europea, Eurovision, è piuttosto popolare, più di quanto non sia in Italia. Questo anche per l’assenza in Spagna (almeno fino a pochi anni fa) di un festival della canzone così importante come Sanremo, molto amato dagli italiani. Dal 2022, dopo anni di critiche per le modalità con cui veniva scelto il rappresentante della Spagna ad Eurovision, il cantante o la cantante partecipante viene scelta – come in Italia – tra i vincitori del Festival di Benidorm, il “Sanremo spagnolo”, nato da poco e in fase di crescita di popolarità.
