Spagna, la volatilità del voto
Con le elezioni anticipate del 28 aprile, terminerà il breve esecutivo del socialista Sánchez. Sarà il primo Governo nato da una mozione di censura. Sono passati quasi quattro anni, da quando la Spagna nel 2015 salutò quasi quattro o decenni di alternanza tra PP e Psoe. Dopo le iniziale difficoltà, i partiti populisti nati dal basso, organizzati nel ventre del Web, sono riusciti a tradursi da movimenti di Indignati a forze politiche, battezzate prime alle Europee e poi alle legislative nazionali, erodendo voti ai due anziani schieramenti, ai Socialisti e ai Popolari. E in questo clima di volatilità elettorale si è aggiunto il decollo di Vox, il partito di Santiago Abascal, l’estrema destra di Spagna sopita per un trentennio e ritornata sugli scranni, grazie al voto Andaluso. Vox è una forza che, alle legislative di fine aprile, aggiunge ulteriore incertezza all’esito finale col suo 10-13 per cento. Aggiunge incertezza e spinge i partiti a fermasi sotto o attorno l 25 per cento: e con tali numeri non si riuscirà a governare se non con una serie di alleanze, che, come abbiamo visto negli altri post, non assicurano la maggioranza assoluta, ma solo in alcuni casi, come quelle del PP una maggioranza risicata, da render il governo instabile e soggetto ai ricatti degli alleati.
E poiché non esistono precedenti, in una competizione elettorale , con cinque schieramenti, e nessun riferimento a Vox, il quotidiano El Mondo, , basandosi sulla stima dell’ultimo voto, ha usato la regola di D’Hondt (usata per trasformare i voti in deputati) in ognuna delle 52 circoscrizioni. Il modello parte dai risultati del 2016 e ipotizza una quota simile a quella di allora (66,5%) e che il successo di Vox derivi, in gran parte, grazie a ex-elettori del PP, in una sorta di scissione. La simulazione rivela che il sistema elettorale potrebbe dare a Vox un gruppo parlamentare composto da un massimo di 45 deputati senza raggiungere il 13% dei voti in tutta la Spagna, livello che ha penalizzato altre formazioni. Il risultato è più sorprendente se si tiene conto del fatto che, nel 2016, Ciudadanos aveva 32 posti con il 13,1%. L’equilibrio delle forze per il prossimo 28 aprile è così volatile che c’è anche la possibilità che PP, Cs e Vox, con circa il 50% dei voti, non raggiungano i 176 deputati necessari per governare. Tutto dipenderà dalla distribuzione geografica di ciascuna formazione, dall’ordine in cui le candidature rimangono in ogni territorio e dalle differenze che si verificano tra di loro. I regolamenti elettorali si prenderanno cura di tutto il resto.