Il britannico Richard Branson, fondatore della Virgin e organizzatore del Venezuela Live Aid, è giunto a Cucuta, la città colombiana al confine con il Venezuela, per controllare gli ultimi dettagli dell’evento musicale, dove tra poco si esibiranno una trentina di artisti latino-americani con l’obiettivo di raccogliere fondi per gli aiuti umanitari da destinare alla popolazione venezuelana.

«Grazie per essere venuti oggi, è incredibile vedere così tante persone qui. Abbiamo bisogno di aiutare coloro che non hanno le medicine e per fortuna questo concerto può iniziare a dare un contributo per fermare la sofferenza”, ha detto Branson, che attraverso la manifestazione spera di ottenere la donazione di risorse per 100 milioni di dollari»

ayuda

Tra i ‘big’ attesi a Las Tienditas, il ponte fra Venezuela e Colombia teatro dello show, ci sono gli spagnoli Alejandro Sanz e Miguel Bosé, il portoricano Luis Fonsi, i messicani Maná e Paulina Rubio, nonché i colombiani Carlos Vives e Maluma.

Il contro concerto del regime

«Dietro l’elemosina ci sono i soldati dell’imperialismo pronti a invadere il nostro Paese», ringhia giorno e notte Maduro, il quale continua a sostenere che il Venezuela non ha bisogno di «cibi avvelenati e contaminati». Allo stesso tempo annuncia però che stanno arrivando 300 tonnellate di aiuti dalla Russia «che pagheremo regolarmente ed entreranno seguendo le regole». Non solo: sul lato venezuelano del ponte, il regime chavista ha organizzato per i prossimi due giorni un contro concerto di artisti fedeli al regime, e come sfottò al nemico colombiano ha promesso di inviare pacchi di beni di prima necessità ai più bisognosi a Cucuta, insieme a un gruppo di medici. Maduro ha anche incassato l’appoggio di Roger Waters, uno dei fondatori dei Pink Floyd che ha criticato l’iniziativa del connazionale Branson. «Il concerto è un trucco, non ha niente a che vedere con gli aiuti», ha scritto il celebre bassista, facendo appello al collega Peter Gabriel, il quale è stato anche lui invitato a Cucuta.