I separatisti volevano occupare il Parlamento di Barcellona
A pochissimi giorni dalle legislative di domenica prossima, la notizia esplode con tutto il suo fragore in un contesto già teso, dopo settimane di accuse violente scambiatesi tra politici e guerriglia urbana per le strade delle cittàcatalane (soprattutto a Barcellona). Alcuni membri dei CDR (gruppi indipendentisti radicali sostenitori della Repubblica Indipendente di Catalogna) che erano stati arrestati a settembre per aver preparato attentati con esplosivi in Catalogna, avevano anche in progetto di occupare il Parlament di Barcellona per prendere “in ostaggio” i deputati e, soprattutto, il presidente della Catalogna, Quim Torra.
C’era quindi la volontà di occupare il Parlamento catalano, asserragliandosi all’interno e resistere, impedendo l’ingresso delle forze dell’ordine. L’azione era panificata per lo scorso ottobre, proprio i occasione della sentenza ai leader indipendentisti golpisti. Insieme ai CDR, dentro il Parlament, ci sarebbero stati anche membri del Governocatalano (oggi formato da politici indipendentisti) e, in particolare, Quim Torra. Un’azione non per punire, ma peraiutare Torra a dichiarare l’indipendenza senza che le forze dell’ordine potessero intervenire. Secondo un membro dei CDR interrogato, il presidente era a conoscenza del piano: Torra aveva come obiettivo asserragliarsi dentro il Parlamento, perché il progetto era molto ambizioso e prevedeva una rete di contatti e di comunicazioni protette per consentire agli occupanti di comunicare con l’esterno.
Lo scorso ottobre erano stati arrestati nove rappresentanti del movimento separatista radicale dei CDR: erano state trovate mappe di alcune caserme della Guardia Civil in Catalogna e materiale per preparare attentati dinamitardi. La preparazione di tali ordigni, che probabilmente dovevano servire a bloccare comunicazioni o come atto dimostrativo, non escludeva le zone residenziali, con il rischio di vittime e feriti. Spaventare era la parola d’ordine.
Il fatto che Quim Torra potrebbe essere stato a conoscenza del progetto, acuisce la tensione attorno al processo per l’indipendenza che ormai corre sulla strada del non dialogo e della violenza e della paura, guidato da componenti di radicalisti.