Spagna, divisa a macchia di leopardo tra Fase 0 e 1
Con la decisione delle comunità spagnole, meno colpite dal virus, con pochissimi contagiati e ancor meno malati e decessi, di riaprire, su consiglio del Governo centrale di Madrid, bar, musei e librerie pubbliche, in Spagna in alcune regioni e province è iniziata la Fase 1, però è aumentata la confusione. La maggior parte delle comunità si è trovata ad avere un territorio diviso tra Fase 1 e Fase 0. Alcune province a rischio alto di contagio affiancate da territori a rischio basso.
È una semilibertà che molti spagnoli attendevano da settimane, che, però, sta provocando disordine, confusione, molte polemiche e anche alcune situazioni surreali, dopo due mesi di quarantena. I bar, ma non i ristoranti, che hanno conquistato la semilibertà, hanno dovuto cambiare la logistica dei loro locali, tutti al di sotto dei 400 mq. C’è stato un drastico taglio della metà dei tavoli con una sostanziale diminuzione degli avventori che possono avere un tavolo e quelli che, dopo una fila, ritirano caffè, cappuccio o un succo d’arancia in un bicchiere di carta. I tavolini esterni possono essere solo dieci e il massimo di persone sedute dieci. Al banco soltanto due clienti per volta, ben distanziati per godersi una tazza di caffè in non più di tre minuti (a discrezione del barista). Ovviamente mascherine e guanti per l’avventore e il barista che dovrà continuamente disinfettare il bancone.
Tuttavia dopo due giorni della Fase 1 coi bar aperti, la tv pubblica spagnola parla di “difficoltà per trovare un tavolino libero” in alcune delle città, come Siviglia, uno dei centri spagnoli più popolosi della Spagna meridionale che è passato alla Fase 1 con un considerevole allentamento di divieti. La capitale dell’Andausia è molto rinomata per la sua movida nelle strade e piazze, ma in alcune sue terrazas coi tavolini all’aperto, si è denunciata l’inosservanza della distanza di sicurezza tra avventori.
In un bar di Santander è dovuta intervenire la Guardia Civil con caschi e mascherine e disinfettanti dopo che una segnalazione anonima aveva denunciato un assembramento di oltre cento persone all’interno del locale. Il proprietario è stato multato di 30 mila euro, il suo bar è stato chiuso per violazione delle norme della Fase 1, e gli avventori che, non sono riusciti a scappare dalla retata, sono stati fermati e multati. Su YouTube c’è il video della retata.
Problemi di assembramento nei bar, anche nella Comunità Valenciana, in particolare nella città di Gandia nel primo giorno di allentamento delle restrizioni: in molti bar è dovuta intervenire la Polizia Locale, staccando multe e chiudendo locali. In tutte le autonomie e province passate alla Fase 1, si sono verificate violazioni alle rigide regole, tanto che Fernando Simón, direttore del Centro de Coordinación de Alertas y Emergencias Sanitarias, si è appellato alla responsabilità di ogni singolo spagnolo, sottolineando che nessuno deve “dimenticare così rapidamente di quanti spagnoli sono morti contagiati dal Covid-19”.
Non sono mancate, fortunatamente, le numerose manifestazioni di responsabilità da parte di molti cittadini. Ma si sono verificate anche situazioni paradossali: in Catalogna, dove la fase 1 è scattata a macchia di leopardo a seconda dei distretti sanitari, mentre a Barcellona è attivo il lockdow della fase 0, c’è una strada a Girona in cui un marciapiede è ancora fermo alla Fase 0, quindi ancora con chiusure quasi totali, e l’altro è in Fase 1 con la possibilità di bar aperti, ma su quel lato, purtroppo, non esistono bar. Una delle tante situazioni surreali che hanno creato molti malumori.
Altre situazioni bizzarre sempre in Andalusia, a Malaga, dove un intero villaggio vicino Cadice, cin Fase 1 è rimasto circondato da tanti paesini in Fase 0.