Il Comune di Barcellona dichiara guerra ai suoi cittadini proprietari che affittano ai turisti appartamenti in città o al mare ai turisti, senza rispettare le nuove rigide normative, per lo più ancora fumose e non approvate del tutto dallAmministrazione. Il Governo catalano stava pensando a una legge che, dopo la registrazione del proprietario, potesse affittare per un totale di un solo mese all’anno un appartamento.
Ma il Comune di Barcellona non ci sta: “La Generalitat si è soltanto limitata a riconoscerne l’attività, passando lappata bollente ai Consigli Comunali” senza tener conto “dei rischi che la locazione turistica ha per il mercato residenziale”. Per questo Ada Colau ha sospeso per un anno le licenze per affittare casa ai turisti fino alla prossima estate 2021.
Barcellona sostiene che il decreto del Governo non sia molto concreto, perché potrebbe fornire un ombrello per appartamenti turistici che hanno un impatto sul mercato degli affitti residenziali.
In questo modo sarà impossibile condividere una casa con i turisti a Barcellona, ​​sia per i proprietari di appartamenti turistici che vogliono approfittare di questo percorso per nascondere la loro attività illegale, sia per coloro che hanno bisogno di arrotondare le proprie entrate affittando.
Paralizzati anche incentivi e permessi per eseguire lavori se il loro scopo è adattare una casa in affitto turistico condivisa. L’Amministrazione Barcellona punta a utilizzare quest’anni di paralisi dei permessi per creare le corrispondenti ordinanze e un apposito piano in cui si elaborino i regolamenti comunali coperti dalla nuova normativa regionale. Inoltre, se la normalizzazione non viene raggiunta in un anno, la paralisi può essere prolungata per un altro anno.
Tuttavia, la cosa più prevedibile è che non ci vorrà così tanto tempo, visto che i tecnici stanno confrontando la situazione con altre città come Parigi o Berlino – dove questa modalità è già regolamentata – in un gruppo di lavoro europeo.
“Al comando di piattaforme come Airbnb”
“Abbiamo bisogno di una legislazione che metta limiti alla speculazione e non sia dettata al servizio di piattaforme come Airbnb”, dice il Comune di Barcellona che chiede un testo più restrittivo che rafforzi le possibilità di ispezione.
La stragrande maggioranza delle camere e dei B&B devono essere quindi regolarizzati sotto la nuova voce di alloggi condivisi: limite di quattro persone per abitazione e massimo 31 giorni per turista, ma lascia ai Comuni il compito di determinare i metri quadri minimi per ogni ospite, i requisiti di sicurezza che la casa deve avere…etc…etc…
Attualmente, in Catalogna ci sono 14 mila in offerta, di cui 9.000 nella città di Barcellona, ​​secondo i dati di Inside Airbnb. Al contrario, secondo le associazioni dei proprietari terrieri che convivono con i turisti, le stanze sono soltanto 3 mila che corrispondono alla tipologia definita, mentre il resto corrisponderebbe ad appartamenti turistici abusivi suddivisi in stanze per cercare di aggirare la normativa vigente.