Spagna, i milionari e i benestanti pagheranno la crisi del Covid
In base anche. ha questa decisione, il Governo del socialista Pedro Sánchez ha fatto ungara scelta di sinistra, decidendo che la terribile crisi economica dovuta alla pandemia Covid la dovranno pagare i milionari spagnoli e qualche benestante.
L’esecutivo di Madrid ha deciso, pochi giorni fa, che aumenterà le tasse sui redditi più elevati e sulle aziende che utilizzano schemi di elusione fiscale particolarmente aggressivi.
Così Madrid prova a risolvere l’abissale disavanzo delle sue casse e la caduta libera del Pil nazionale prevista per il 2020 e il 2021 a causa della crisi sanitaria del coronavirus che da mesi ha congelato la sua economia. Come accade in tutto il mondo la crisi economica innestata dalla pandemia sua ampliando le già presenti diseguaglianze: le distanze tra ricchi e ricchissimi e il resto della popolazione sono aumentate e si deve correre ai rimedi.
Sánchez vuole aumentare del 2% la tassazione sui redditi da lavoro superiori ai 300 mila euro l’anno e di alzare del 3% il prelievo sui redditi da capitale che superano i 200 mila euro. Quest’ultimo provvedimento riguarda un numero molto ridotto di contribuenti, spiega la stampa iberica. Ma è evidente l’alto valore simbolico e politico. Vengono anche ridotte le esenzioni fiscali sui dividendi distribuiti dalle società e sulle plusvalenze che i grandi gruppi incassano dalle loro partecipazioni in società controllate.
E non solo. Verrà introdotta un’imposta minima del 15% per le società di investimenti immobiliari quotate e saranno ridotte, invece, le detrazioni fiscali per i piani pensionistici privati. In pratica Madrid scegli la patrimoniale, piccola o grande che sia: un prelievo pari all’1% sui patrimoni che superano i 10 milioni di euro. Tuttavia la patrimoniale deve passare al vaglio anche dei pagamenti locali per avere validità.
Sánchez si è ispirato alle formule degli economisti Gabriel Zucman ed Emmanuel Saez che suggeriscono “piccoli prelievi (del 2-3%) su grandi e grandissimi patrimoni (sopra i 50 milioni di euro, ndr)”. E qualora fosse applicata a livello europeo questa tassa garantirebbe un gettito di 150 miliardi di euro l’anno. Millecinquecento miliardi in dieci anni, il doppio del totale dei fondi europei stabiliti da Bruxelles per il Recovery fund.
“Potevamo farci bastare gli aiuti europei, ma abbiamo scelto un’altra strada”, ha dichiarato il premier Sánchez che ha deciso anche di incrementare gli aiuti e le sovvenzioni per le categorie sociali più colpite. Il Governo vuole rivedere all’aumento anche i salari dei dipendenti pubblici e le pensioni. “Oggi inauguriamo una nuova fase e ci lasciamo alle spalle il percorso di austerità neoliberista”, ha affermato il vicepresidente Pablo Iglesias. “Sono bilanci progressisti, essenziali per la modernizzazione del nostro paese e per sostenere la ripresa”, ha affermato Sánchez aggiungendo “Dopo il duro colpo della pandemia, avremmo potuto cavarcela con dei tagli, oppure scegliere di rilanciare con energia. Il nostro budget prevede un aumento del 10,3% di investimenti in più rispetto ai precedenti, compresi l’anticipo dei 27 miliardi di euro del piano europeo ”. Il piano spagnolo prevede anche un incremento delle spese per istruzione e sanità e un imponente piano di investimenti infrastrutturali. Il nuovo bilancio pubblico contempla anche l’incremento dell’Iva al 21% sulle bevande gassate e una nuova tassa sugli imballaggi in plastica monouso.