Le immagini sono drammatiche. L’inondazione che ha colpito la città di Valencia e la sua provincia a Sud-Ovest ha causato oltre 100 vittime, senza contare il numero di dispersi di cui le autorità spagnole non hanno ancora una minima idea di quanti possano essere. E mentre si spala il fango e sei liberano le strade dalle carcasse delle tuo trascinate via dalla furia incontenibile dell’acqua, scoppia la polemica. «La Protezione civile ha allertato la popolazione quando c’erano già centri allagati», titola il quotidiano di centrodestra El Mundo. «L’allarme alla popolazione è stato lanciato dalla Generalitat otto ore dopo che la pioggia aveva cominciato a far esondare i fiumi», rilancia il rivale El Pais.
Va in scena il classico rimpallo di responsabilità fra le istituzioni nazionali, che dipendono dal Governo del socialista Pedro Sánchez, e quelle locali della Comunità Valenciana del governatore Carlos Mazón (Partito popolare). La Direzione generale della Protezione civile del ministero dell’Interno aveva diffuso un comunicato già il 28 ottobre con l’allerta del rischio di piogge molto intense, forti venti e temporali in alcune zone meridionali della Spagna.

L’AEMET, il servizio meteorologico nazionale, ha lanciato l’allarme rosso alle 7.31 di martedì mattina, 29 ottobre, e alle 11.44 avvertiva: «Attenzione! In molte zone della costa non sta piovendo o le precipitazioni sono deboli, ma i fiumi raggiungono la costa con la piena e bisogna stare in allerta». Il quotidiano Las Provincias informa che la situazione era già apocalittica prima delle 18, con la piena dei fiumi che portava via qualsiasi cos fosse in strada, persone comprese.
L’amministrazione locale, la Generalitat, tuttavia, ha inviato l’sms di allerta sui cellulari dei residenti soltanto alle 20 di sera quando il disastro era già in atto da ore, con 36 minuti di ritardo prima di allertare l’Unità Militare di Emergenza. Inoltre, il numero di emergenza 112 (servizio gestito da una società privata) è collassato immediatamente causa del grande flusso improvviso di richieste d’aiuto tra martedì e mercoledì.
Dal 2023 esiste in Spagna il sistema ES-Alert che autorizza i centri di coordinamento delle emergenze delle diciassette Comunità autonome di inviare sms di allerta a tutti i telefoni cellulari attivi nelle zone colpite. Il sistema permette alla Protezione civile spagnola di lanciare immediatamente i messaggi di massa. Ma qualcosa non ha funzionato. E ora si punta il dito contro il governatore del Pp Mazón che, appena eletto nel luglio 2023, chiuse l’Unità di Emergenza Valenciana istituita dl precedente presidente della Comunità Valenciana appartenente a una coalizione Psoe-Podemos-Compromis.
Insomma, l’efficiente Spagna, che consta di strutture moderne e ben funzionanti, questa volta è andata clamorosamente in tilt, che sia per motivi ideologici o di genuina inefficienza, il disastro è apocalittico.