corrrVorrei tanto che fossero lacrime del tutto sincere. E credo che per molti spagnoli lo sono. Davanti a un toro, una creatura che ha il diritto di vivere felice come noi, che si trascina per le strade di un paesino vicino Madrid, sofferente, lamentandosi con le due zampe posteriori fratturate per colpa di un cretino umano disumano che, dopo il trasporto, al momento di liberarlo e farlo scendere, ha inclinato troppo il pavimento del camion procurandogli una brutta caduta.
Il video mostra il toro che salta dalla rampa di un camion troppo in alto provocando la rottura di entrambe le zampe posteriori. Poi, l’animale, sconvolto, ma forte e battagliero, si trascina sulla strada. Commozione, lacrime e rabbia per un paese civile che ancora tratta gli animali nel modo più incivile possibile. Il toro era destinato alla solita festa patronale. Se non ci sono ori, no hay fiesta in Spagna: sono loro i protagonisti, molto spesso maltrattati pe el strade, con le corna infuocate, la cera bollente che gli bacia gli occhi, i testicoli dolorosamente legati per farli correre, bastonate qua e là per poi farli toreare, quando sono feriti, stanchi e sconvolti, nelle arene, dove si pratica ancora il barbaro spettacolo della corrida. Una tradizione che ormai non interessa più la nuova generazione di spagnoli. Se non qualche turista scemo e curioso, magari tedesco o svedese, che nel suo Paese non potrebbe mai assistere a scene simili. Perché leggi giuste lo vietano, come vietano ogni maltrattamento.

L’associazione per la difesa degli animali in Spagna, Pacma che da quindici anni si batte per vietare la corrida e le feste dove si maltrattano animali, ha denunciato con il video la Vicenza. Anche Il profilo Twitter dell’associazione Partido Animalista Contra el Maltrato Animal ha diffuso un video in cui viene mostrato il toro agonizzante. Il fatto è avvenuto a Mejorada del Campo, a pochi chilometri da Madrid. L’animale è stato fatto scendere da un camion tenendo alzato il portellone posteriore e nel salto si è spaccato tutte e due le zampe posteriori.
Ad oggi la Catalogna, da sette anni ha vietato la corrida sul suo territorio, come hanno fatto anche le Isole Baleari, già dagli anni Ottanta. Dai sondaggi risulta che meno del treta per cento degli spagnoli considera la tauromachia una tradizione da preservare: l’ex premier del Partido Popular, Mariano Rajoy, quando nel 2009 la Catalogna stava per firmare una legge d’abolizione, fu svelto a legiferare che la corrida diventasse patrimonio storico e culturale del Regno di Spagna. Una tradizione crudele e barbare che è giunta al capolinea che muove la mafia taurina che alleva migliaia di tori inutilmente destinati a spettacoli sempre meno richiesti. La Spagna deve cambiare le leggi e iniziare ad allinearsi al resto d’Europa.