Il direttore della Ong spagnola-catalana Proactiva Open Arms, Óscar Camps, ha accusato l’Italia e Malta di non voler sbarcare le 151 persone salvate. Parole di biasimo anche per la Spagna che è colpevole di restare alla finestra e non fare nulla in questa situazione così delicata. In un’intervista alla tv radio SER, Camps ha rivelato di aver chiesto per tre volte un incontro con il premier Sánchez, ma dalla Moncloa sono arrivati soltanto “no”. “Avrei voluto prendermi un caffè con il premier, ma siamo riusciti a parlare, invece, con Macron e la Merkel”, ha rivelato Camps.

“Quando siamo consapevoli che il diritto marittimo internazionale è violato e lo tolleriamo, siamo complici. Se la Spagna non denuncia l’Italia nel Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo …”, ha detto Camps, che ha denunciato la passività del governo spagnolo con la situazione vissuta a bordo di Open Arms. “Penso che abbiamo politici anti-sistema. Sono le ONG che rispettano il diritto marittimo e ci sono alcuni politici che lo infrangono”, e di fronte alle accuse di collaborazione con le mafie lanciate dall’Italia contro l’organizzazione da lui guidata, Camps, ha risposto: “Ci hanno accusato di tante cose … Il pubblico ministero antimafia italiano ci ha indagato per due anni, ci ha accusato di essere illegali, di avere contatti con i trafficanti. Penso che sono i governi a essere complici dei veri trafficanti, sono loro implicati in questa mafia di vite umane. Quando un governo dà soldi a un altro per impedire ai migranti di andarsene, quando ti abitui a un governo così debole che paga per non far partire i migranti, allora rischi di finire ricattato co la richiesta di più soldi “.

Camps ha quindi fatto riferimento al flusso di denaro dall’Italia alla Libia e alla situazione caotica di quest’ultimo Paese. Lo ha fatto formulano alcune domande: “Chi traffica? Chi modifica i flussi migratori? Cos’è la Libia? C’è qualche governo in Libia? C’è qualcuno che può spiegarci chi è il governo della Libia? Ci sono tre gruppi che dicono di sì. La Francia difende un gruppo, l’Italia, invece, un altro”, Poi il numero uno di Open Arms conclude con: “Quando parlano di noi, non sono mai chiari o seri, siamo sempre avvolti da una cortina di fumo”.