In Spagna, all’interno dei Parlamentini delle sue diciassette Comunità, ci sono stati governi di coalizione misti oltre l’umana comprensione. Ma non in quello centrale di Madrid. Le coalizioni create in Spagna dopo le ultime elezioni regionali e municipali ne sono un esempio: ci sono partiti di diversa e opposta sensibilità politica e ideologia uniti pur di governare. E questo succede da quando è ritornata la democrazia in Spagna. Vedi il tripartito che reggeva il Governo Catalano una decina d’anni fa, con Socialisti, Centristi Democratici Cristiani e Verdi.

A Madrid, invece, le cose sono sempre andate diversamente, con un sistema granitico di bipartitismo che ha spostato il potere da destra a sinistra, dal Psoe al PP, mai con una coalizione di Socialisti e Popolari con altri partiti, perché sempre uno di questi due partiti ha governato da sole. E proprio tale alternanza al potere del PP (successore delle forze politiche che controllavano l’apparato statale nell’era dittatoriale) e il Psoe (la forza di maggioranza all’interno della sinistra), è stato un elemento fondamentale per promuovere la stabilità politica del Paese, una volta che il Psoe ha rinunciato a elementi chiave della sua ideologia (come la sua vocazione repubblicana e la sua visione plurinazionale della Spagna) al fine di soddisfare i poteri concreti (sia finanziari che economici e politici e istituzionali) che hanno esercitato e hanno continuato a esercitare un’enorme influenza sulla definizione dei parametri della vita politica del Paese. E hanno permesso di salvaguardare le relazioni di potere (classe sociale, genere e nazione) all’interno dello Stato, evitando così un rompere con lo stato precedente.

Questo non significa che il passaggio dalla dittatura alla democrazia sia stata una mera modifica del precedente regime dittatoriale. La Transizione ha significato un cambiamento importante nello Stato spagnolo, un cambiamento, tuttavia, che non ha influenzato in modo significativo il DNA all’interno dello Stato, quindi, di conseguenza, alcuni importanti apparati statali hanno continuato a funzionare secondo i parametri di una cultura e modi di fare ereditati dallo Stato precedente.
Nel DNA di ogni Governo spagnolo c’è la tara di mantenere il grande potere decisionale dello Stato centrale. Ed è paradossale che uno Stato inteso come uno dei più decentralizzati al mondo sia stato uno dei pochi Stati democratici mai governato da una coalizione. Dei 28 stati dell’UE, 20 sono governati da coalizioni. In effetti, se lo Stato spagnolo fosse decentralizzato come il discorso degli Stati dell’establishment politico-mediatico spagnolo, ci si dovrebbe chiedere: come mai nelle comunità autonome e nei comuni ci sono coalizioni di tutti i colori e non nello Stato centrale? Che è monocolore e definito come uno “Stato molto decentralizzato”, in cui i principali poteri dello Stato sarebbero stati presumibilmente assunti dai livelli autonomi e municipali, governati principalmente dai governi di coalizione?
In effetti, in Spagna, lo Stato centrale continua a essere il punto chiave di tale sistema democratico che configura lo sviluppo di tutti gli altri livelli, considerati come “periferiche”. Questa centralità dello Stato implica che è la capitale del regno (dove si trovano le istituzioni di base dello Stato spagnolo, da dove partono e dove arrivano le principali vie di comunicazione del paese, e dove vengono prese le principali decisioni dello Stato) dove è l’autorità finale e determinante di tale Stato.
E quindi è a questo livello (quello centrale) in cui il gioco democratico ha maggiori limiti e in cui l’eredità dello Stato precedente è maggiore. Dal pochissimo carattere rappresentativo della loro legge elettorale alla totale assenza di policentralità nelle istituzioni statali (ricordiamo, tutte situate nella capitale del regno) sono un esempio di democrazia molto limitata, molto custodita e molto insufficiente, che si riflette anche nell’apparato di promozione e riproduzione del potere come il sistema giudiziario e il sistema di sicurezza e l’insieme di forze e forze di sicurezza dello Stato.
La ben nota mancanza di indipendenza dell’apparato giudiziario dall’apparato politico è un chiaro esempio. Il pregiudizio profondamente conservatore della Corte Suprema si riflette, ad esempio, in fatti come quello che ha costantemente sostenuto il dominio della vita politica del paese da parte dei poteri finanziari ed economici, anche in opposizione al perseguimento di coloro che sono responsabili di tale repressione durante la dittatura, nonché al riconoscimento delle vittime di tale regime.
Questo è il motivo per cui non dovrebbero esserci dubbi sulla durezza delle sanzioni che saranno applicate ai prigionieri politici secessionisti imprigionati, ignorando che l’esperienza accumulata negli ultimi anni mostra chiaramente che tale durezza è il miglior alleato del secessionismo, poiché stimola la loro la crescita.

Alla luce di questi fatti, il continuo riferimento all’esperienza portoghese come modello per il tipo di alleanza tra le parti con possibilità di governo è sorprendente, ma in Portogallo c’è stata una rottura con lo Stato precedente derivante dalla “Rivoluzione dei garofani “, Il che spiega perché esistono le condizioni affinché il parlamento possa agire e influenzare il ramo esecutivo dello Stato, cosa difficile da fare in Spagna, dove il potere esecutivo esercita un’enorme influenza sul potere legislativo e giudiziario.

La mancanza di un governo di coalizione non è quindi dovuta a un problema di incompatibilità dei suoi leader o alla mancanza di “maturità” o “competenze”, ma all’impegno del Psoe alle riforma dello Stato, sia per la questione sociale (con l’abbandono delle politiche di fronte ai poteri concreti) come in quella nazionale. C’è stato un tempo in cui sembrava che la nuova direzione del Psoe, guidata da Sanchez, spostandosi a sinistra, recuperasse parte delle sue radici parlando di giustizia sociale e persino di plurinazionalità. Invece le ha abbandonate nuovamente, cedendo all’establishment finanziario, economico, politico e dei media che continuano a definire i parametri delle relazioni di potere dello Stato centrale. Ed è un problema.
Il Psoe è profondamente sbagliato, perché l’assenza di una simile coalizione rappresenterà un costo enorme per le classi popolari della Spagna e anche per il suo partito, perché l’assenza delle profonde riforme di cui il Paese ha bisogno creerà un enorme disincanto che accentuerà a lungo andare, il declino elettorale che ha sofferto a causa del suo diritto.