Queste notizia fanno parecchio male alla Spagna. Oltre a lasciare l’amaro in bocca e rabbia nel cuore. Come Paese europeo più a Sud del Mediterraneo, la Spagna da quasi una quindicina d’anni si è dotata di leggi molto severe, quasi scandinave, su uguaglianza nei sessi e, soprattutto,  per combattere la violenza di genere.
Fu il premier socialista Zapatero, pochi mesi dopo le sue elezioni nel 2004, a rivedere le leggi che proteggevano le donne e condannavano i violenti e violentatori. Leggi severe, dove l’uomo perdeva il diritto di presunzione d’innocenza, rimanendo colpevole fino a quando era lui, assieme ai fatti e ai testimoni, a dimostrare di non essersi macchiato di un reato così subdolo come picchiare a sangue o fino alla morte  una donna, stuprarla o comportarsi come uno stalker. Questo per ridurre il numero di femminicidi, in un momento dve ogni giorno tre donne subivano violenza domestica e ogni quattro giorni moriva una donna assassinata dal suo compagno o marito.

Così leggendo che cinque ventenni sono stati condannati a pene molto inferiori rispetto a quelle chieste dal Pm per avere stuprato a turno una ragazzina di 14 anni, ubriaca e drogata, fa pensare molto. Il giudice, infatti, non ha ritenuto che ci fosse stato stupro e ha condannato la banda dei cinque a una pena minore soltanto per abuso sessuale. con condanne tra i 10 e i 12 anni di detenzione, mentre la pubblica accusa ne aveva chiesti 15-20 come previsto dal Codice penale iberico davanti a uno stupro.
Perché una simile decisione, vi chiederete? Perché la giovane si trovava «in stato di incoscienza» indotto dall’uso di alcolici e droghe e non ha opposto resistenza ai suoi aguzzini» e per la legge spagnola, invece, il reato di stupro sussiste solo in presenza di uso della forza o delle minacce. Al processo è emerso che gli aggressori erano a conoscenza dell’età della ragazza che, però, «in stato di incoscienza» non era in grado di opporsi alla violenza, definita da lei «estremamente intensa e denigrante». Tenuto conto anche delle proteste suscitate da una simile sentenza, da tre anni il Parlamento di Madrid sta revisionando la norma. Intanto, sui social è stata lanciata una campagna di protesta per la ragazzina catalana stuprata con gli hashtag #JusticiaPatriarcal o #NoEsAbusoEsViolacion.