Spagna, i Socialisti vincono le elezioni. Boom di Vox che raddoppia
Per la seconda volta in sette mesi il Partito Socialista (Operaio) Spagnolo vince le legislative, perdendo 3 seggi in Parlamento, confermandosi la prima forza politica spagnola con il 28% delle preferenze e 120 seggi. Ottimo risultato per Pablo Casado e il suo Partito Popolare: fa dimenticare lo stoico tonfo del 28 aprile quando scese a 66 seggi, domenica ha preso il 20,8% guadagnando 22 seggi (88 in totale). Ma il vero, grande vincitore di questa ennesima tornata elettorale è lui, Santiago Abascal, leader del movimento di estrema destra Vox che ha raddoppiato il suo consenso, passando dai 24 seggi di aprile ai 53 di oggi con un 15,09% di preferenze diventando il terzo partito di Spagna, dopo avere superato Unidos Podemos e Ciudadanos che paga il prezzo più caro alle urne, rischiando quasi di scomparire: se infatti UP di Pablo Iglesias ha tenuto passando da 42 a 35 seggi (erosi da Mas Pais), il movimento di Albert Riversa precipita da 56 seggi nell’emiciclo di Madrid a soli 10, cancellando tutto il precedente successo elettorale di sette mesi fa. Ricordiamo che alle ultime elezioni regionali del 2017 in Catalogna, pur non raggiungendo da solo la piena maggioranza, Cs fu il partito più votato dai catalani.
Tuttavia questa ennesima ripetizione elettorale consegna ancora un Parlamento frammentato, dove diventa sempre più un difficile sudoku la politica sagnola, come scrive la stampa iberica. Ora qualcuno azzarda una alleanza inedita e impossibile, quelle tra PSOE e PP cha da soli avrebbero la super maggioranza assoluta di 209 nove voti: Casado, commentando il successo del PP, dice di essere pronto al dialogo in base alle prossime mosse di Sánchez. Ma ogni spagnolo esclude una simile alleanza dal sapore tedesco. La litigiosità tra destra e sinistra in Spagna è sempre ai massimi livelli su quasi tutto. Sánchez, il vincitore deve assolutamente dimostrare di sapere formare u esecuti e traghettare la Spagna fuori dal bloque politico. Lo chiedono gli spagnoli e lo chiede a Confindustria spagnola che attende le riforme per migliorare il lavoro delle piccole, medie e grandi imprese. La Spagna è dal 2015 che non ha un governo stabile.
Unica novità è che in Parlamento un partito di destra radicale ha raddoppiato il suo prestigio e potere. Un partitoscomodo per i Socialisti, come per gli indipendentisti, , ma anche per la destra moderata del PP che, comunque, tenterà l’alleanza, pur senza raggiungere la maggioranza massima.