Dalla mezzanotte del 31 dicembre scorso, il Governo spagnolo ha deciso la liberalizzazione di 600 chilometri di autostrada, precedentemente coperti dal pedaggio. Questo perché sono scadute le concessioni ad alcune società private e Madrid, semplicemente, non le ha rinnovate. I tratti interessati coprono le distanze tra Cadice-Siviglia e da Tarragona-Valencia-Alicante. Un percorso altamente battuto dai vacanzieri spagnoli e dai turisti.

Tra le società che non hanno ricevuto il rinnovo c’è Abertis, controllata al 50% da Atlantia, che in Italia detiene Autostrade per l’Italia, azienda della famiglia Benetton. Sarà  Madrid a occuparsi della sicurezza e della manutenzione dei chilometri d’asfalto liberalizzati. Un bello schiaffo alla vergognosa situazione italiana dove si paga il ticket e si rischia la vita per una mancanza di lavori e il menefreghismo di chi le amministra come insegna la tragedia di Genova, per non dire dei recenti fatti di cronaca di gallerie coi rivestimenti che cadono a pezzi sulle auto.  La Spagna ha la fortuna, oltre a essere governata da persone che antepongono prima il benessere dei cittadini agli interessi delle aziende, di avere un territorio per lo più pianeggiante, con pochi tratti sospesi, ponti e viadotti, mentre in Italia per la sua orografia, il territorio è più complesso e avrebbe bisogno di una gestione non solo attenta ai guadagni, ma anche agli investimenti per la sicurezza di chi viaggia.

Così mentre in Italia si rischia letteralmente la vita a causa di molte infrastrutture vecchie e malandate, e ogni anno il governo deve lottare per impedire ai Benetton di aumentare i pedaggi autostradali, la Spagna nazionalizza e affida la gestione agli enti pubblici e comunitari di 600 chilometri di autostrade (tra l’altro tenute in modo esemplare rispetto alla bassissima qualità di quelle italiane).

In Spagna  il sistema infrastrutturale stradale si articola in autostrade, gestite da concessionari dello Stato con pedaggi, e superstrade gestite dallo Stato senza pedaggi. A queste poi si aggiungono quelle gestite dalle comunità autonome e le cosiddette autostrade radiali di Madrid, costruite per decongestionare le autostrade radiali che collegano la capitale spagnola alle tratte autostradali e si snodano in varie direzioni. Per avere un’idea dei ‘benefici per gli automobilisti dovuti a questa scelta ma anche degli utili che i pedaggi fruttano ai concessionari, facciamo un esempio del costo di un pedaggio lungo una delle superstrade interessate: la AP-7, la superstrada che si snoda lungo la costa sud della Provincia di Barcellona e che consente da Tarragona di raggiungere la città di Valencia (350 km). Finora la tariffa di percorrenza della tratta Barcellona -Tarragona-Valencia è stata pari per gli ultimi quarant’anni a 47,78 euro a vettura.Con la decisione di Madrid  gli automobilisti non pagheranno alcun pedaggio. E nessuna delle aziende che hanno perso le concessioni hanno protestato o accusato Madrid di disintegrare posti di lavoro.