Non si è ancora spento l’eco della polemica che ha investita la cosa Reale di Spagna. I Borbone sono finiti nuovamente al centro dell’attenzione, quando pochi giorni fa, alle esequie regali della regina Elisabetta II, tra gli invitati alla lunghissima cerimonia funebre per salutare il Capo di Stato Britannico, si è visto il re emerito spagnolo Juan Carlo I che, dal 2020, si è autoesiliato, per non finire tra le mani dei giudici che lo vogliono interrogare per alcune questioni fiscali e finanziarie, negli Emirati Arabi, prima a Dubai e ora ad Abu Dhabi, ospite del sovrano e presidente Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
Il figlio, Re Felipe VI, sin dalla sua proclamazione dopo l’abdicazione del giugno del 2014 dell’anziano re, da quando è salito al trono di Spagna ha fatto di tutto per allontanarsi dalla figura paterna. Non lo ha mai nominato né ringraziato, tenendosi sempre a debita distanza dal padre, come anche la regina Letizia, ex giornalista, che non ha mai amato particolarmente il suocero per tutti quegli scandali finanziari che si è sempre tirato dietro e che nn ha mai voluto chiarire davanti ai magistrati, preferendo la fuga.
Lunedì 19 settembre, giorno del funerale della sovrana britannica, Juan Carlos I era presente della cattedrale di Westminster a Londra a assieme alle altre teste coronate, lui non lo è più, è sovrano emerito e i suoi detrattori hanno fatto notare che bastava la presenza degli attuali sovrani spagnoli in carica.

Durante la lunga funzione religiosa, con tutti vari protocolli di Stato, l’ex re, con un lungo bastone, ha mostrato serie difficoltà nel camminare. Ha atteso per ore a Westminster l’arrivo del feretro di Elisabetta II, e per tutta la cerimonia e la messa re Felipe VI si è tenuto a debita distanza dal padre. E, anche, dall’amata madre Sofia. Forse anche per non rovinare l’imminente cinquantesimo genetliaco della regina consorte Letizia.
La presenza di Juan Carlos a Londra è diventato uno scomodo dibattito sulla bocca di molti spagnoli. Nell’ultimo decennio è stato sotto i riflettori di vari velenosi scandali che hanno un po’ spento la luce che aveva con i suoi sudditi di cui molti non monarchici che lo hanno apprezzato nella sua lunga vita da sovrano che ha attraversato, molto pericolosamente, il Franchismo fino alla sua fine e la nascita della democrazia. Centinaia di milioni nascosti in conti cifrati o intestati ad anonime società estere hanno intaccato pesantemente l’immagine della Corona di Spagna, tanto che l’ex re, otto anni fa ha iniziato a maturare l’idea di andarsene in esilio dal Paese. E così è avvenuto nell’estate del 2020. Troppe spiegazioni deve dare Juan Carlos ai giudici spagnoli, come quei 100 milioni di dollari regalati da Mohammad bin Salman Al Sa’ud, figlio del re saudita Salman dell’Arabia Saudita, per la sua consulenza nel progetto dei treni arabi ad alta velocità che sono stati realizzati da un consorzio spagnolo con tecnologie ampiamente applicate in Spagna (il primo Paese Europe e il secondo al mondo – dopo la Cina – per il numero di chilometri di rete TAV). L’ex re, no solo non dichiarò al Fisco spagnolo la sua consulenza milionaria, facendola diventare come una tangente, ma ne bonificò la metà alla sua storia amante Corinna Larsen, 56 anni, conosciuta anche con il nome dell’ex marito il principe tedesco Johann Casimir zu Sayn-Wittgenstein-Sayn, nobildonna tedesca dal 2004 molto vicina al cuore di Juan Carlos.

Tuttavia, la cosa bizzarra è che l’ex sovrano iberico è indagato anche nel Regno Unito per alcune operazioni con banche inglesi e società off-shore britanniche. Quindi, sula carta, i magistrati, avrebbero potuto fermare l’ottantaquattrenne capostipite dei Borbone per interrogarlo. Ma ciò non è avvenuto. Chissà se per mancanza di tempo, coraggio e troppo rispetto per usare l’amo della mote di Elisabetta II per stanare l’anziano reale.
Sta di fatto che a Londra le telecamere della BBC non hanno mai inquadrato re Felipe VI con il padre né con la madre. Un vera patata bollentisima famigliare, altro che Willi ed Henry.