Fabrizio Barbuto su Libero scrive che agli spagnoli non piace fare la coda, come agli italiani e ai francesi. Ti rubano il posto, saltano la fila, fanno i furbi. Non è così.
Probabilmente Barbuto in Spagna non ci è mai venuto o forse ha scambiato una coda di italiani che s’imbarcava su una nave nel porto di Barcellona per una coda di spagnoli.

Una coda ben ordinata senza furbetti a Madrid davanti a un Ufficio per l'Impiego, prima dell'emergenza virus.

Una coda ben ordinata senza furbetti a Madrid davanti a un Ufficio per l’Impiego, prima dell’emergenza virus.

Ve lo posso garantire. Ed è un fatto che mi ha sorpreso sedici anni fa, quando sono venuto a vivere, prima nella capitale della Catalana e poi a Madrid. Mi ha colpito l’ordine esemplare con cui gli spagnoli si mettono in coda, davanti a un bancomat come alla fermata del bus quando arriva. Quando c’è da fare la coda gli spagnoli sono un popolo più vicino al mare del Nord che al Mediterraneo. Gli spagnoli non fanno i furbi, anche perché questo sostantivo non esiste proprio nel dizionario spagnolo. Come non esiste la tipica espressione che molte italiche madri dicono ai propri figli il primo giorno di scuola: “Fatti furbo!”. Come dire, se puoi fottere il tuo compagno di scuola, fallo.

Qualcuno dice che è un retaggio del regime fascista che imponeva limiti e disciplina ferrea nell’accesso a ogni ufficio pubblico, soprattutto nelle autonomie più ribelli: Catalogna e Paesi Baschi.
Agli spagnoli non pesa più di tanto fare la coda, sono abituati da decenni e ora che l’emergenza sanitaria impone un ordine d’ingresso con distanziamenti nei supermercati e uffici pubblici, i nostri cugini latini rimangono in coda, sedendosi su una sediola da campeggio, portandosi un libro o parlando a distanza con i dannati felici compagni della coda.