Pur trovandosi davanti a un difficile bivio, la Spagna esclude un nuovo confinamento domiciliare come ha fatto oggi il Governo italiano in alcune regioni. Benché i dati sui contagi sono i peggiori di sempre l’esecutivo di Pedro Sánchez non chiude il Paese (o parte di esso) come ha fato la scorsa primavera, proibendo agli spagnoli di lasciare le loro case se non per un valido motivo.

Madrid attende i nuovi dati sui contagi al termine del coprifuoco parziale ordinato lo scorso 25 ottobre. In primavera, lo ricordiamo, fu proibito l’ingresso e l’uscita dalle 17 comunità autonome spagnole. Se i nuovi contagi dovessero continuare a crescere, è evidente che Sánchez dovrà pensare a nuove misure più restrittive per far calare la curva dei contagi.

Pochi giorni fa la regione delle Asturie aveva chiesto al governo centrale l’autorizzazione per confinare in casa la sua popolazione, come in primavera, ma l’esecutivo ha detto no. Il motivo è che lo stato di allarme dichiarato il 25 ottobre e prorogato fino a maggio 2021, offre un ombrello giuridico al coprifuoco e al divieto di circolazione fra regioni o comuni, ma non per confinare in casa le persone come accaduto in primavera.

Per quanto riguarda gli esercizi pubblici il discorso è diverso: si sta andando verso la chiusura totale, tra violente proteste e critiche a Sánchez: bar e ristoranti erano serrati soltanto in Catalogna, a breve chiuderanno anche nella popolosa Castilla y Leòn, Navarra e Melilla. A Madrid bar e ristoranti chiudono alle 24.