Quello che è successo e sta ancora succedendo a Viterbo, in un’oasi naturale in Spagna, terra del proibito proibire, non sarebbe mai accaduto. Diciamolo subito: in qualsiasi discoteca di Ibiza gira più anfetamina e cocaina di ogni luogo terraqueo, ma è un luogo di divertimento, di musica e di danza, non è una spiaggia libera e, comunque, i controlli sono molti, c’è soltanto una “tolleranza” dei padroni del music club, ma poi, la Policia, all’uscita della disco, fermano centinaia di giovani e vai con denunce e arresti. Tuttavia l’obbrobrio umano di un rave, organizzato in un bel posto, senza rispettare l’oasi e la proprietà privata, in Spagna si sarebbe risolto con una bella dimostrazione di forza e di diritto della Guardia Civil, senza la violenza, a meno che qualcuno non avesse iniziato a lanciar bottiglie e pietre contro gli agenti. Le autorità italiane, invece, erano preoccupate che finisse come a Genova: feriti e poi denunce ai poliziotti. C’è qualcosa che non va. Ma le cose, pur con la forza delle polizie, non si devono risolvere per forza nel sangue Bastava togliergli l’elettricità, occupare il rave con qualche blindato e invitarli ad andarsene, portandosi dietro l’immondizia prodotta. Molti rave party vengono scoperti e bloccati dalla Guardia Civil ogni anno, soprattutto in estate, in una terra, la Spagna, che attira il peggio del peggio dei drogati, non della musica hardcore, ma delle droghe sintetiche, quindi, a quel ragazzo che risolve la questione con uno stucchevole: “È la dimostrazione che alla gente piacciono le droghe”. Rispondo: Va bene vuoi drogarti, fallo nella tua cameretta di fallito. Non in un luogo pubblico e rispettoso della natura, di cui tu e i tuoi amici tossici ve ne fregate. A me frega, invece.