17498934_10211559932850672_8031446001834668082_n-1Alla Galleria Civica di Modena la mostra personale dal titolo “Antipolvere” dell’artista  Stefano Arienti, aperta fino al 16 luglio. Nella sala grande di Palazzo Santa Margherita sono  allestite circa 30 opere che ripercorrono 25 anni di attività di uno dei più noti e riconosciuti artisti italiani a livello internazionale.
Opere su carta e su supporti inconsueti, come i grandi disegni realizzati su teli da cantiere, commissionati da istituzioni pubbliche e fondazioni private, sono testimoni di un percorso di ricerca incessante in cui le immagini sono sottoposte a infiniti processi di studio e variazione: fotocopiate, ricalcate, tracciate con forature, intessute o disegnate in oro. Questo atteggiamento riguarda il concetto di immagine nel suo complesso, come afferma l’artista “viviamo in una specie di dittatura degli oggetti e di conseguenza delle immagini, e potrebbe sembrare che esse debbano solo essere consumate; invece possiamo tranquillamente entrare all’interno di esse, produrne di nuove e farle vivere diversamente, rendendole indipendenti dal passato ma anche da noi stessi”. Come paraventi giapponesi, i teli antipolvere si trasformano in oggetti di pregio, decorati con motivi naturali in oro e interagiscono con lo spazio come grandi installazioni ambientali. Stefano Arienti(1)

Tra le opere selezionate, ecco un grande telo realizzato nel 2012 per l’Isabella Stewart Garden Museum di Boston, mai esposto in Italia, e due opere inedite realizzate nel 2017, ispirate a un capolavoro del Romanino conservato nella chiesa di Asola, paese natale dell’artista, e all’altarolo di El Greco, conservato alla Galleria Estense di Modena e realizzato ad hoc per la mostra. Stefano Arienti (Asola, Mantova, 1961, vive e lavora a Milano) è uno degli artisti italiani più significativi della sua generazione e uno dei più noti in campo internazionale. Proveniente da studi scientifici, intraprende il suo percorso artistico negli anni Ottanta attraverso la frequentazione di figure di spicco della cultura milanese tra cui Corrado Levi, ottenendo rapidamente importanti riconoscimenti da parte della critica. Il suo lavoro prende le mosse da materiali, oggetti e immagini preesistenti – dai grandi artisti del passato fino alla cultura popolare – compiendo alterazioni di forma e traduzioni che ne modificano il significato in un processo creativo orizzontale e antilineare. Arienti affronta così temi chiave dell’arte contemporanea come la natura e il ruolo dell’immagine e il concetto di originalità.  In anni più recenti si è spesso cimentato nella realizzazione e installazione di opere di grandi dimensioni in spazi di tipo monumentale, ma sempre come esito di un processo conoscitivo dal basso del contesto storico e culturale. Tra le numerose istituzioni che gli hanno dedicato una mostra personale ricordiamo la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Isabella Stewart Garden Museum di Boston, il MAXXI di Roma, Museion di Bolzano, MAMbo di Bologna, le Fondazioni Spinola Banna e Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma, oltre che alla Biennale di Istanbul, e a prestigiose collettive al Museo Reina Sofia di Madrid, Castello di Rivoli, ICA di Londra, Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne, Villa Manin, Tel Aviv Museum of Art, Palazzo Grassi, MART, Musée d’Art Moderne di Parigi, MoCA di Chicago.

CarloFranza

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