pompei-nasconde-tesori-alla-luce-tomba-monumentale-epigrafe-lunga-ritrovata-2Dopo 2000 anni, Pompei è per l’Italia  una fortezza inesplorata e un preziosissimo diamante di valore inestimabile. Ancora oggi sorprende a non finire. L’antica città, probabilmente fondata intorno al IX Secolo a.C. e al suo massimo splendore in epoca romana, venne seppellita, insieme a Ercolano, Stabia e Oplonti, da strati di cenere e lapilli portati dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. I primi scavi sistematici iniziarono nel XVIII Secolo, per volere di Carlo III di Borbone ma molte testimonianze rimangono sepolte ancora oggi. 

Ora veniamo a quest’ultima scoperta. In queste ore, nell’ambito delle attività di scavo connesse alla ristrutturazione degli edifici per il Grande progetto Pompei, è stata scoperta una tomba monumentale in marmo, in buono stato di conservazione,  con la più lunga epigrafe funeraria fino ad oggi  ritrovata. Gli scavi sono stati effettuati nell’area di San Paolino, nei pressi di Porta Stabia, uno degli accessi all’antica città. L’iscrizione, ben visibile,  è lunga più di quattro metri e presenta ben sette registri narrativi, il racconto completo di una vita trascorsa secoli fa, scandita dalle tappe del cursus honorum, dall’acquisizione della toga virile alle nozze, con tanto di descrizione dettagliata di tutte le munifiche attività d’accompagnamento a tali eventi, tra banchetti pubblici, elargizioni liberali, organizzazione di giochi gladiatori e combattimenti con belve feroci. Manca solo il nome del defunto ma non è detto che non sia possibile risalirvi in qualche modo, magari comparando altre fonti o sperando in altri ritrovamenti. Come spesso accade,  quello  che viene alla luce potrebbe essere un frammento di qualcosa di più grande e anche in questo caso, infatti, la tipologia della struttura e il contenuto dell’epigrafe sembrano avvalorare l’ipotesi che il famoso bassorilievo marmoreo con scene di processione, combattimenti gladiatori e venationes, attualmente conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e di cui non era stato individuato ancora il contesto di provenienza, possa essere riferito proprio al monumento.

C’è di più. Perché sono state ritrovate nell’area anche le tracce ben leggibili del passaggio di una carovana al di sopra dello strato di oltre due metri di lapillo che copriva questa porzione della città, da porsi in relazione con il rinvenimento, avvenuto precedentemente e poco lontano, di taluni scheletri a una quota più alta rispetto ai piani di frequentazione romani. E’ ormai certo che da qui può ripartire una nuova fase archeologica e una nuova storia pompeiana e romana.

Carlo Franza  

 

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