Ventuno anni dopo l’esposizione “Sardegna civiltà di un’isola mediterranea”, che si svolse a Palazzo Ducale nel 1993, Genova offre una nuova mostraSimboli e miti di una civiltà mediterranea: la Sardegna nuragica” dedicata alla civiltà nuragica, momento finale della preistoria sarda. L’allestimento è ospitato negli splendidi spazi rinnovati del Teatro del Falcone all’interno della prestigiosa cornice di Palazzo Reale e si articola in un percorso che permette al visitatore di apprezzare le molteplici sfumature della civiltà nuragica. La civiltà nuragica, che si è sviluppata tra l’età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro (XVII-IX sec. a.C.), prende il nome dal singolare e imponente monumento che la caratterizza, il nuraghe, appunto. L’esposizione, organizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro e con il Comune di Ittireddu, ha già attirato migliaia di visitatori nelle precedenti edizioni, a Sassari e Roma, e, nell’allestimento genovese, amplifica il legame profondo che esiste tra la città e la Sardegna, da sempre crocevia delle civiltà del Mediterraneo. “La mostra è stata importata in Liguria, rielaborata e arricchita di pannelli informativi per soddisfare la curiosità di tutti quei genovesi che non hanno dimestichezza con la civiltà nuragica”, ha dichiarato Bruno Massabò, soprintendente per i beni archeologici della Liguria. Ideata da Franco Campus e corredata da un ampio catalogo, la mostra cattura ed esprime il fascino della civiltà nuragica in una riflessione incentrata sul nuraghe che, da monumento architettonico diviene, nel corso del tempo, simbolo e rappresentazione di se stesso e dell’intera società sarda. La mostra rappresenta un’occasione preziosa per far conoscere al di fuori della Sardegna, in Liguria in particolare, la ricchezza delle tradizioni e del folklore sardo attraverso varie manifestazioni collaterali che si svolgeranno a margine dell’esposizione e che contribuiranno a promuovere l’immagine di un’isola che mantiene vive le tradizioni del suo passato. Il particolare legame che si è stretto tra Genova e la Sardegna, soprattutto a partire dal Medioevo, perdura ancora ai nostri giorni, e con il conseguente arricchimento per la cultura e le tradizioni genovesi nato dal contatto con la cultura e le tradizioni sarde. Ultimamente, scavi condotti dalla Sovrintendenza di Sassari a Nughedu San Nicolò (Sassari), hanno portato alla luce materiali riguardanti le necropoli ipogeiche di Pianu ‘e Rena, Pianu Edras, S’Istria e Domo ‘e Pudda con manifestazioni di arte preistorica (IV-III millennio a.C. ); l’occupazione nuragica del territorio, ha lasciato leggere il sacello nuragico di Cuccuru Mudeju, la testa di toro che coronava la struttura, i bronzi figurati (muflone e pendaglio a “pendola”), e i bronzi di uso rinvenuti nel corso degli scavi (IX sec. a.C). I reperti e i modelli esposti a Genova illustrano il mondo nuragico nei suoi diversi aspetti, dai sistemi produttivi ai contatti con il mondo mediterraneo. Nel catalogo che raccoglie vari contributi di studiosi sulla civiltà nuragica, lo spaccato del tema con approfondimenti su tematiche relative al significato, alla cronologia, agli aspetti tipologici dei nuraghi e ai confronti con manifestazioni analoghe riscontrate nella preistoria e nella protostoria del Mediterraneo e del vicino Oriente.

 Carlo Franza

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