La scelta del tema è nata dall’idea di proporre una mostra che non fosse la rappresentazione della vita quotidiana a Pompei, ma un approfondimento di un tema circoscritto: la Casa del Citarista, una delle più grandi e complesse abitazioni, della quale si conoscono non solo i nomi dei proprietari, ma anche il loro aspetto fisico, grazie al ritrovamento dei busti in marmo e in bronzo. Si tratta della casa che ha restituito i più grandi quadri di Pompei, alcuni dei quali di altissima qualità, e un ricco arredo da giardino in bronzo e in marmo che attesta ulteriormente l’alto livello economico dei proprietari. Grazie al Bucerius Kunst Forum(ad Amburgo- Germania) e alla Fondazione Ebelin e Gerd Bucerius è stato possibile restaurare, tra l’altro, i grandi affreschi “Leda in vesti di sacerdotessa ” , “Apollo e Nettuno dinanzi a Laomedonte”, il lungo fregio con paesaggi fluviali, il mosaico con gorgone, staccato circa venti anni addietro dal pavimento della sala LI del MANN e non più ricomposto, riconoscere che una statuetta di Genius, definita “d’argento” è in realtà di terracotta dipinta in blu egizio con argentature. La ricchezza e la varietà dei soggetti raffigurati ha suggerito il titolo della esposizione “Pompeji. Goetter, Mythen, Menschen ” (Pompei. Dei, Miti, Uomini), al Bucerius Kunst Forum di Amburgo con il patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana, visitabile fino al 31 gennaio 2015 . La mostra, realizzata esclusivamente con opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stata l’occasione per approfondire lo studio di quella casa, che non è mai assurta alla notorietà di altre a causa del periodo in cui fu scoperta: tra il 1859 e il 1862, proprio nel momento della drammatica caduta del regno borbonico; ha permesso di re-individuare nei depositi del Museo gli elementi del suo arredo e di ricostruirne la decorazione pittorica, grazie anche ai documenti dell’Archivio Disegni della Soprintendenza e al Grande Plastico di Pompei. Una selezione, inoltre, di un’altra decina di affreschi di provenienza diversa, scelti tra quelli custoditi nei depositi del museo napoletano, completa il percorso del visitatore attraverso gli “stili” pompeiani. Il Catalogo curato da Andreas Hoffmann vede tra gli altri i contributi di A. Wallace Hadrill, Bettina Bergmann, Caroll Mattusch, S. De Caro, V. Sampaolo. Si capirà come una mostra così ricca e articolata e di grande impatto storico-artistico non debba sfuggire neppure a noi italiani che dobbiamo- dico dobbiamo- andare ad Amburgo per poterla scoprire e ammirare.

 Carlo Franza

 

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