Restaurata la Sala della Lupa in Palazzo Montecitorio a Roma. Torna a vivere un capolavoro. Il 31 maggio la riapertura al pubblico.
Il Patrimonio Artistico Italiano vede tornare a vivere “la Sala della Lupa”, l’ambiente più ampio dell’ala berniniana della Camera dei Deputati – sala così chiamata per la presenza di una grande riproduzione bronzea della Lupa Capitolina – teatro anche di grandi eventi parlamentari che hanno segnato la storia dell’Italia, specie da quando Palazzo Montecitorio è divenuto sede della Camera dei deputati, quindi luogo di riunioni e, nel 1924, fu una delle sale nelle quali si ritirarono per protesta i deputati aventiniani dopo la scomparsa di Giacomo Matteotti. L’attuale sede della Camera dei Deputati sorge sull’area già occupata dal cinquecentesco Palazzo Gaddi. L’edificio venne commissionato nel 1653 a Gianlorenzo Bernini da Innocenzo X Pamphilj, che intendeva farne dono alla famiglia Ludovisi. Nel 1694 Innocenzo XII Pignatelli ne decise la trasformazione in sede dei Tribunali dello Stato (Curia Innocenziana), incaricando dei lavori Carlo Fontana. Nel 1871 il palazzo fu destinato a sede della Camera dei Deputati ma, rivelatosi insufficiente per la nuova funzione, ne fu deciso l’ampliamento su progetto di Ernesto Basile, che tra il 1908 ed il 1927 aggiunse il nuovo corpo contenente l’attuale aula parlamentare e realizzò il prospetto su Piazza del Parlamento. Ebbene oggi “la Sala della Lupa” torna a nuovo splendore dopo la sua chiusura di qualche anno fa. La Sala della LUPA è stata chiusa nel luglio 2012 a causa del distacco -meglio parlare di collasso- di una parte dell’affresco del soffitto nella notte del 10 luglio 2012 (Allegoria di Roma, Ignazio Perricci, 1884). Per fortuna la superficie danneggiata non riguardava la parte figurativa dell’opera. La parte caduta era di circa un metro quadrato su 25 totali dell’opera. Ignazio Perricci (Monopoli 18 dicembre 1834 – Napoli 4 maggio 1907), artista decoratore e scultore italiano, dipinse “l’Allegoria di Roma”(1884) per celebrare la consacrazione di Roma capitale. Nell’affresco si riconoscono l’Italia, rappresentata da una figura femminile con la corona turrita, e Roma, simboleggiata dalla Lupa. Fra le nuvole sono tratteggiati alcuni episodi della storia nazionale, come l’incontro del 1860 fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano. In basso si legge “A Roma ci siamo e vi resteremo”, frase pronunciata dal re appena giunto nella capitale pontificia. Oltre al ripristino della parte deteriorata degli affreschi, i lavori di restauro hanno restituito la luce ai colori originari e alla doratura delle cornici e delle rosette. Finalmente un capolavoro che torna a vivere e ad essere ammirato, opera del Perricci che gravitava nella Scuola del Morelli a Napoli.
Carlo Franza