Michel Verjux fa vivere i luoghi e la luce. L’artista francese con una mostra racconta l’ impegno nella ristrutturazione di luoghi, spazi e mondi.
Entrate nello spazio mostra e siete avvolti da luci, naturali e proiettate. La luce investe le pareti, lo spazio e anche il vostro corpo. Sembrerebbe di entrare in una nuova dimensione, “m’illumino d’immenso” direbbe il grande poeta Giuseppe Ungaretti. Alla galleria A arte Invernizzi di Milano ecco una mostra personale dell’artista francese Michel Verjux dal titolo “Staccato stabile” che presenta una serie di interventi pensati appositamente per gli spazi della galleria.
Così mi accenna Michel Verjux nel testo in catalogo: “Queste illuminazioni, proiezioni di luce, orientate, incorniciate e messe a fuoco, svelano chiaramente ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi. Esse producono, distribuiscono e diffondono questo agente fisico chiamato “luce” su qualcosa d’altro da loro stesse (materia, forma, spazio, etc.). E generano e provocano, non solamente la luce riflessa, ma l’ombra (differenti generi di ombre), la rifrazione, la diffrazione e la dispersione, e alcuni altri fenomeni o epifenomeni. A seconda di come sono orientate, inquadrate e focalizzate, queste proiezioni di luce creano, a contatto con lo spazio e i suoi elementi costitutivi (piani, volumi, etc.) delle rotture di continuità, dei frammenti, dei tocchi e delle forme libere le une in rapporto alle altre…”. E’ da tempo che l’artista francese lavora sui “luoghi”, lo ha fatto anche in Italia partecipando a una completa ristrutturazione di Torino Mirafiori Nord. L’artista, che vive e lavora a Parigi, ha progettato il suo fare arte secondo una declinazione filosofica, socratica, motivando la propria modalità creativa fondata proprio su una intenzionalità fortemente dialogante con il luogo: “Dal 1983, ho concepito l’opera d’arte non come una pittura o una scultura (fisicamente parlante), non più come un semplice intervento effimero (del tipo di un¹azione o una performance), ma in termini di luce. La luce non è solamente un simbolo visuale, ma un indice, un segno legato esistenzialmente alla situazione dalla quale si trova messo in atto. Si tratta non soltanto di costruire oggetti non unicamente bi o tridimensionali, e neppure di preparare semplici installazioni o azioni isolate, effimere, unicamente legate a determinate occasioni, ma di concepire delle tipologie generalizzabili di interventi possibili che possano attualizzarsi, essere realizzati nelle situazioni particolari, e nel medesimo tempo illuminarle”. Questa testimonianza dell’artista sottolinea la natura aperta della creatività di Verjux, la sua attenzione per la dimensione potenziale dell’opera, non circoscritta ma espansa, parte essenziale della quale è costituita nel suo esistere, epperciò innervata dalla propria vita e dal vivere nella percezione tattile di una luminosità intesa come sorgente stessa della visione e dell’immagine. La luce vi allarga così la visione, il pensiero, il vivere, il futuro, si espande su ogni cosa vi attornia, entra ed esce dalla vostra vita.
Michel Verjux nasce a Chalon-sur-Saône, in Borgogna. Dal 1984 vive e lavora a Parigi.
Tra il 1976 e il 1979 realizza scenografie teatrali presso il Teatro Universitario Internazionale di Digione. Dal 1979 al 1983 realizza “performances” e installazioni video e multimediali. Michel Verjux tiene la sua prima esposizione personale nel 1983 alla Maison de la Culture a Chalon-sur-Saône. Nel 1987 espone al Musée National d’Art Moderne Centre Georges Pompidou di Parigi e nel 1988 al Musée Cantonal des Beaux-Arts di Sion. Nel 1990 il Fonds Régional d’Art Contemporain Poitou-Charentes a Chauvigny gli dedica la mostra “Les Bains-douches” e partecipa ad “Aperto ’90” nell’ambito della “XLIV Esposizione Biennale Internazionale d’Arte” di Venezia.
Tra il 1991 e il 2003 espone in diversi musei, tra i quali il Musée Municipal a La Roche-sur-Yon, il Musée Cantonal des Beaux-Arts a Losanna, il Museum Abteiberg a Mönchengladbach, la Westfälischer Kunstverein Münster, il Neues Museum Weserburg Bremen, il Kaiser-Wilhelm Museum a Krefeld, la Galerie der Stadt Stuttgart a Stoccarda, la Haus für Konstruktive und Konkrete Kunst a Zurigo, il Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis di Bregenz, il Centre d’Art Contemporain Bouvet Ladubay a Saumur.
Negli ultimi anni è stato invitato a realizzare interventi temporanei e permanenti in Musei, Fondazioni e Istituzioni private e pubbliche. Nel 2006 realizza proiezioni nell’ambito de “La Nuit des Musées” al Musée Rodin di Parigi e nello stesso anno partecipa, sempre a Parigi, alle mostre “Le mouvement des images. Art, cinéma. Nouvelle présentation de la collection du Centre Pompidou”, presso il Musée National d’Art Moderne e “La force de l’art” presso la Galerie Nationale du Grand Palais. Viene invitato inoltre alla mostra “ON/OFF” al Casino Luxembourg – Forum d’art contemporain. Nel 2007, in occasione della mostra “Luce di Pietra. Percorso d’arte contemporanea” presso l’Ambasciata di Francia presenta tre interventi a Palazzo Farnese a Roma. Nello stesso anno espone alla mostra “Contrepoint. De la sculpture” al Musée du Louvre di Parigi; realizza un intervento a Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo, opera dell’architetto rinascimentale Andrea Palladio e, in occasione del Festival del cinema di Cannes, presenta quattro interventi dal titolo “En bord de mer” presso il Château de Théoule-sur-Mer. Nel 2008 il Comune di Vignate lo invita a realizzare un intervento permanente presso la nuova Biblioteca comunale.
Carlo Franza