Capri.Tour nell’isola perla del Mediterraneo. R.Mariniello ed E. Tibaldi in mostra nella Certosa di San Giacomo.
Nella suggestiva, splendida, emozionante cornice della Certosa di San Giacomo- Quartiere del Priore a Capri, non lasciatevi sfuggire la mostra “Capri B&B – Behind and Beyond” di Raffaela Mariniello ed Eugenio Tibaldi, a cura di Adriana Rispoli, con il coordinamento tecnico-scientifico di Patrizia Di Maggio. Artisti diversi per generazione e origine, Raffaela Mariniello e Eugenio Tibaldi, certo muovono da estetiche differenti e pur tuttavia mettono a segno indagini affini, come la sensibilità per le periferie, l’attenzione alle microeconomie e un’ idea di bellezza che ribalta il senso comune.
Vi troviamo 20 opere, tra fotografie, installazioni e collage, la maggior parte realizzate in site-specific, create partendo da una riflessione forte sull’isola di Capri, sugli scorci non convenzionali dell’Isola Azzurra, sul rapporto tra l’uomo e la natura da cui si genera il mito che l’avvolge e l’aura leggendaria che attira anche il turismo di massa che accorre in questa perla del Mediterraneo. Gli artisti, con il loro modus operandi, hanno lavorato su aspetti diversi del territorio, risiedendo a Capri in taluni periodi, per creare una vera trade-union con l’isola ed i suoi abitanti. L’obiettivo della mostra “Capri B&B” – acronimo di behind & beyond e sigla di un turismo differente – è stato quello di offrire al pubblico una visione dell’isola attraverso lo sguardo nuovo di questi artisti, che ne leggono una “scenografia” grazie alla quale tutto si presenta avvolgente e coinvolgente ma allo stesso tempo dare anche senso al lavoro umano che talvolta non si percepisce.
Spiccano nella mostra le grandi opere “46 bed places” di Eugenio Tibaldi e “Capri Teorema” di Raffaela Mariniello. La prima, installata nel Giardino del Priore, è una vera e propria scenografia monumentale dal valore ambivalente, la cui complessità, estetica e concettuale, risiede nel fronte, dipinto con sapienza e nel retro, dove spuntano a vista le impalcature di tubi innocenti, uno dei tratti distintivi della poetica dell’artista che non nasconde l’origine povera del supporto.
“46 bed places” sublima il concetto della mostra offrendo la rappresentazione dell’icona di Capri, i Faraglioni, il cui mito è incrementato dai viaggiatori, ma è nello stesso tempo sostenuto dal lavoro dell’uomo, in una sorta di manutenzione/sostegno, sia mentale che pratico.
Ad essa si raffronta l’installazione fotografica “Capri Teorema” di Raffaela Mariniello, composta da 32 immagini di diverso formato, una narrazione visiva personalissima che percorre una Capri diversa da quella a cui siamo abituati, attraversando alcune zone più segrete dell’isola, le meno battute dal turismo, zone in cui, come sempre nel lavoro dell’artista, l’uomo è solo di passaggio ma se ne leggono le tracce, nel bene e male. E’ certo una Capri diversa, oggetto di un racconto alla luce lunare tracciato sul confine del passaggio stagionale. Tra paesaggi surreali e percorsi abbandonati spiccano delle incredibili still life di “installazioni spontanee”, catturate lungo la marina e in percorsi campestri, micro incursioni nella realtà, che sembrano tradire quell’aspetto di mito, di luogo del desiderio caro a tanti visitatori.
Il connubio ideologico e formale dei due artisti vive nell’opera Capri B&B, un lavoro a quattro mani in cui il tipico intervento di Eugenio Tibaldi di sottrazione attraverso la pittura bianca avviene su uno scatto fotografico di Raffaela Mariniello. Il soggetto che ha catturato l’attenzione di entrambi è l’Arco Naturale, un altro tra i principali simboli dell’isola Azzurra, attualmente in fase di restauro. Quest’opera perturbante, insieme familiare e respingente, diventa un paesaggio straniante, una sorta di meteora, è il simbolo dell’unione tra l’uomo e la natura, dell’impegno necessario per il mantenimento di una bellezza idealizzata. E’ così che la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ha conferito il “Matronato” alla mostra “Capri B&B – Behind and Beyond” degli artisti Raffaela Mariniello ed Eugenio Tibaldi, un riconoscimento di sicura attenzione per chi vive l’arte connaturata alla storia e ai luoghi.
Raffaela Mariniello (Napoli 1962) è una delle più note fotografe italiane. La sua ricerca artistica è rivolta a tematiche sociali e culturali con un’attenzione particolare alla trasformazione del paesaggio urbano e al rapporto tra l’uomo e gli oggetti del suo quotidiano. Nel 1991, quando la crisi dell’industria siderurgica segna la chiusura definitiva dell’Italsider di Bagnoli, Raffaela Mariniello inizia una campagna fotografica sulla fabbrica, a tutt’oggi unica testimonianza storica sull’attività dell’acciaieria. Tra il 1992 e il 1995, il lavoro Bagnoli, una fabbrica è stato esposto a Napoli, Nantes, Calais, Parigi e Milano. Nel 2006 ha iniziato un progetto sui centri storici delle città italiane, in cui è evidenziata la trasformazione dei luoghi preda del turismo di massa: le immagini, a colori e in grande formato, vogliono mostrare l’alterazione dell’essenza di un sito, la sua trasfigurazione fino a divenire simile a un parco a tema privo di identità storica e culturale. Souvenirs d’Italie, titolo di questa serie, è stato esposto a Villa Pignatelli nel 2011, in occasione dell’inaugurazione della Casa della Fotografia per gli Incontri Internazionali d’Arte. Nel 2014 l’artista dedica il suo ultimo progetto al tragico incendio di Città della Scienza, avvenuto la notte del 4 marzo 2013, con il poetico e silente racconto Still in Life, donato alla collezione del museo Madre. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui: Bibliothèque National de Paris; Maison Européenne de la Photographie e Fond National d’Art Contemporanain, Parigi; Centre Régional de la photographie Nord Pas-de-Calais, Calais; Banca Commerciale di Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Metropolitana di Napoli; Museo della Certosa di San Lorenzo, Padula. Lavora con la galleria Studio Trisorio di Napoli.
Eugenio Tibaldi (Alba, 1977). Noto a livello internazionale per la sua ricerca in cui si articolano arte, urbanistica e architettura, è considerato tra gli artisti italiani più affermati della sua generazione. Attraverso tecniche miste, con un tratto inconfondibile, Tibaldi osserva e descrive il progressivo nascere e svilupparsi di edifici abusivi e architetture effimere, che feriscono l’occhio e il cuore, e registra disagi sociali che diventano scenari muti lungo i quali si snoda la vita di tutti i giorni. Nel 2014 vince la residenza all’American Academy di Roma. Le sue opere sono esposte in importanti istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero. La sua opera The Identity of Concrete (2015), una mappa monumentale realizzata assemblando alcuni lucidi originali relativi a progetti che provengono dalla cartiera Mondadori di Ascoli Piceno, è entrata a far parte della collezione del Madre, dove, nel gennaio 2016, l’artista ha presentato anche il progetto Questione di appartenenza e le opere realizzate nel corso del workshop con gli studenti del Liceo-Ginnasio “G. B. Vico” di Napoli. Tra le principali mostre personali sono da ricordare Archeologia / Contemporanea _02, tenutasi presso il Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno nel 2013 e Transit – 4, ospitata presso la Project Room del Madre nel 2010 e successivente presso lo State Museum of Contemporary Art, Thessaloniki nel 2011. Fra le collettive: Biennale dell’Havana 2015, 4th Tessaloniki Biennale of Contemporary Art, Tradition – Reversal, Salonicco, Transient Space – The Tourist Syndrome, Bucarest, Tabula Rasa: 111 days on a long table, progetto speciale di Manifesta7, Ex Alumix, Bolzano, Laws of Relativity / La legge è relativa per tutti, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino. Lavora con la galleria Umberto di Marino Arte Contemporanea di Napoli e con Studio la Città di Verona.
Carlo Franza