Picasso e le arti e tradizioni popolari in mostra al Mucem di Marsiglia.
Ancora pochi giorni per non perdere la mostra “Un genio senza piedistallo”, titolo della grande esposizione organizzata al museo MuCem di Marsiglia fino al 29 agosto, dedicata a Picasso e alle sue ossessioni infantili: il circo, la tauromachia, la ceramica, la colombofilia, temi che hanno alimentato la sua produzione artistica. Il Museo della civiltà dell’Europa e del Mediterraneo (MuCem) offre un’ esposizione sintomatica del talento prometeico di Picasso. I curatori, Joséphine Matamoros, del museo di Céret e di Collioure e Bruno Gaudichon, del museo di Roubaix, si sono concentrati sui rapporti del maestro con le arti popolari. Questo aspetto, utile per circoscrivere il lavoro del più grande artista del XX° secolo che praticherà tutte le forme artistiche, non è stato trattato in maniera esaustiva nell’esposizione marsigliese che conta 270 opere. D’altronde l’abilità manuale di Picasso è conosciuta, nel lavorare materiali come la ceramica, i metalli e i tessuti, e attingendo idee da temi come la musica, il circo, la corrida e il cinema.
La sezione del “circo” meriterebbe da sola un’esposizione. Ma subito si passa a quella sulla “tauromachia” che si dimostra una delle più attrattive dell’esposizione del MuCem. Tavole provenienti da collezioni private descrivono grandi scene di corride e il loro rituale, ma non ci sono scene di morte, nè del toro, nè del torero.
Un altro feticcio che ricorre nell’infanzia di Picasso è il piccione, che dopo la guerra diventerà ufficialmente la colomba della pace. Come per i tori anche i piccioni compaiono nei primi lavori dipinti all’età di sei anni.
Il padre di Picasso l’aveva imposto come modello di apprendimento, legato alla tradizione della colombofilia molto presente nella Spagna della fine del XIX secolo. Più avanti, negli anni Cinquanta-Sessanta, Picasso realizzava dei piccioni con la tecnica della piegatura. Al MuCem si possono scoprire questi pezzi inseriti in una scenografia che evoca un rifugio. E altri uccelli sono nati dalla deformazione delle bottiglie in argilla -vedi “Insecte” del 1951- lavorate nell’atelier di Madoura di Vallauris, nella regione delle Alpi Marittime, dove cambiò i soggetti di tutta la produzione delle terrecotte dipinte a mano come il grosso insetto surrealista esposto al MuCem. E ancora di forte interesse il rimamdo alla colomba tanto ritratta nell’infanzia.
Col tempo il temperamento gioioso di Picasso è cresciuto e lo testimoniano i disegni per i suoi bambini, ma anche a Robert Picault autore di un film di animazione, un cartoon creato nel 1950 e proiettato nella mostra.
In parallelo, l’esposizione evoca anche le sue incursioni nell’oreficeria a fianco di François Hugo, che produceva magnifiche medaglie d’oro e d’argento, ma espone anche i suoi tappeti di lana, e le sue sculture di latta decorata. Infine, a concludere l’esposizione il tema del riciclaggio degli oggetti testimoniato dalla scultura “La Guenon e son petit”, realizzata con le macchinine di suo figlio, Claude che compare mezzo ammirato e mezzo contrariato in un’intervista diffusa. Certo Picasso genio senza piedistallo si lascia leggere come emblema e vessillo di artista unico nel novecento, il quale è stato capace di portare la bellezza oltre i confini umani.
Carlo Franza