341b95fbfe1fcc5287bbf7d94b891db6b94dcIl Palazzo del Quirinale ospita la mostra “Dall’antica alla nuova Via della Seta” che illustra la storia millenaria dei rapporti tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia. Sostenendo  questo evento nella sede della Presidenza della Repubblica, il Presidente Sergio Mattarella ha posto l’accento sul ruolo che hanno la Cina e l’Italia nella costruzione di un mondo dove deve prevalere lo spirito di dialogo e di collaborazione in tutti i campi. E’ pur vero, storia alla mano, che tra gli uomini che hanno affrontato il lungo viaggio dall’Italia alla Cina, Marco Polo e i gesuiti Matteo Ricci e Martino Martini hanno avvicinato i nostri due popoli e il loro ricordo è ancora vivo nel cuore dei Cinesi di oggi.

 

Die Seidenstrasse, “La Via della Seta”, il termine entrato nell’immaginario collettivo è stato coniato nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso l’UNESCO, attenta a rilevare i rapporti interculturali, esalta il concetto per evidenziare i legami tra l’Estremo Oriente, in particolare la Cina, l’Asia Centrale e il mondo occidentale.

Lungo l’antica Via della Seta che attraversava il vasto continente euroasiatico, l’Oriente e l’Occidente sono entrati in contatto e si sono arricchiti rispettivamente attraverso lo scambio di merci, tecniche e informazioni di ogni genere. Mercanti di diverse nazionalità, provenienti dai luoghi più disparati, si incontravano, soggiornando tanto nei centri maggiori quanto nelle remote oasi disseminate lungo la strada o in caravanserragli che si trovavano grosso modo a un giorno di viaggio l’uno dall’altro, commerciando merci e raccogliendo informazioni essenziali per proseguire il viaggio con profitto e in sicurezza. A loro si accompagnavano ambasciatori, monaci, esploratori e avventurieri. Aveva luogo uno scambio continuo di beni e di conoscenze, venivano messe a confronto usanze, pratiche, idee e fedi religiose in un mondo che ai nostri occhi appare assai più tollerante e aperto di quello in cui viviamo oggi. In particolare missionari di varie fedi, Cristiani, Confuciani e Buddhisti, seguendo le piste della Via della Seta, hanno dialogato e contribuito a diffondere un clima di pacifica serenità cha ha scavalcato le frontiere incerte degli Stati e aiutato i popoli a crescere.

 

Oggi l’attenzione rivolta alle rotte commerciali che attraversano il gigantesco continente euroasiatico è aumentata da quando il Presidente cinese Xi Jinping ha illustrato il progetto avanzato dalla Repubblica Popolare Cinese di aprire una “Nuova Via della Seta” che collegherà l’antica città di Xi’an con Rotterdam e, attraverso molte diramazioni, con altre grandi città europee tra cui ovviamente Venezia. Così è nata l’idea di realizzare questa mostra dal titolo “Dall’antica alla nuova Via della Seta”. Il progetto intende abbracciare nella sua complessità, ricchezza e spessore cronologico la storia dei rapporti tra l’Oriente e l’Europa.

L’esposizione è ricca di 80 capolavori antichi provenienti da importanti istituzioni archivistiche, bibliotecarie e museali europee e italiane (British Museum di Londra, Musée du Louvre, Musée Guimet e Musée Cernuschi di Parigi, Musée Historique des Tissus di Lione, Museum für Byzantinische Kunst di Berlino, Museo delle Civiltà/Museo d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma, Museo d’Arte Orientale di Torino, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Sacro della Biblioteca Apostolica della Città del Vaticano, Museo Nazionale del Bargello, Biblioteca Nazionale Centrale e Archivio Centrale di Firenze, Museo Civico di Bologna, Museo Popoli e Culture del PIME di Milano, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Museo del Tesoro di San Domenico e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Biblioteca Nazionale Marciana e Procuratoria della Basilica di San Marco di Venezia) e di una ventina di opere moderne provenienti dalla Cina e realizzate da grandi artisti cinesi contemporanei. Gli oggetti presenti nella mostra testimoniano la varietà e la ricchezza degli scambi, l’abilità dei maestri artigiani nei vari ambiti della produzione delle sete, delle ceramiche, delle pietre e dei metalli preziosi e la perizia con cui i cartografi dell’antichità hanno rappresentato il mondo a loro noto, integrando le nuove conoscenze geografiche in un quadro sempre più ampio e complesso.

Carlo Franza

 

 

 

 

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